“L’economia legata all’ambiente è un’area privilegiata di interesse per la criminalità, perché è un settore con un’ampia possibilità di guadagno, e ciò a causa, specialmente in Campania, dell’annosa carenza degli impianti che non consentono la chiusura dei ciclo. Ma oggi i traffici legati ai rifiuti, che stanno aumentando in modo esponenziale, riguardano a macchia di leopardo tutte le regioni italiane. E ormai la filiera dell’ecomafia ha costituito un cartello che gestisce prezzi e rotte internazionali”. Così nel corso dell’audizione alla Camera davanti alla Commissione parlamentare Ecomafie il colonnello Pasquale Starace, comandante del Gruppo Carabinieri Tutela Ambientale di Napoli, che ha competenza su diverse regioni del Sud, come Campania, Puglia, Abruzzo, Molise.
Starace si è soffermato sulle dinamiche criminali in campo ambientale, con riferimento soprattutto all’area della Terra dei Fuochi, dopo che qualche settimana fa c’è stata la sentenza di condanna per l’Italia da parte della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (Cedu).
“Nell’ultimo decennio – ha sottolineato Starace – dalle varie indagini abbiamo accertato che il traffico di rifiuti non riguarda più solo i rifiuti speciali che da aziende del Nord viaggiano verso Sud, in Campania, dove prima venivano solitamente smaltiti; in primis la criminalità organizzata si è infiltrata in ogni settore del ciclo dei rifiuti, dunque si occupa non solo di smaltimento ma interviene anche in altre fasi, dalla raccolta al trasporto in impianti di trattamento e trasferenza, investendo somme proprie in imprese legali.
E in tale contesto è fondamentale il ruolo di professionisti ‘problem solver’, ovvero intermediari che si sono un po’ divisi il territorio tra Campania e Puglia, con quest’ultima regione che ormai è divenuta il vero terminale di questi traffici. Nelle ultime indagini fatte con le Dda di Bari e Lecce, è emersa con chiarezza la presenza di una serie di soggetti che hanno facilitato il reperimento di siti in Puglia assumendo contatti con le aziende campane, che hanno il know how necessario per tali traffici maturato in anni di esperienza; abbiamo quindi accertato che i rifiuti, quando lasciano un’azienda, su carta sono destinati ad andare verso impianti autorizzati, ma poi nei fatti finiscono nei campi, o che vi sono aziende legali che ricevono i rifiuti e solo su carta li trattano, ma invece li accumulano nei loro impianti fino a trasformarli in discariche”.
Starace ha anche parlato della criminalità ambientale diffusa, che nell’area della Terra dei Fuochi è quella più visibile e tangibile, con “rifiuti speciali come quelli tessili ed edili gettati e bruciati lungo le strade da aziende spesso abusive; una modalità illecita e dannosa per ambiente e cittadini alimentata in particolare dai rom, che accumulano da aziende e cittadini enormi quantità di rifiuti urbani e speciali che poi vengono dati alle fiamme”.