Nelle ultime settimane si sono curiosamente registrati diversi punti di incontro tra le invettive politiche del CampoLargo di centrosinistra e quelle dei gruppi politici che fanno riferimento all’ex sindaco Gianluca Festa: entrambi i fronti impegnati ad attaccare frontalmente la sindaca di Avellino Laura Nargi, L’ultima “battaglia comune” riguarda il tema dello stadio Partenio, e oggi in consiglio comunale ne hanno parlato, con toni polemici, sia il consigliere del Pd Antonio Gengaro, che la consigliera di Davvero Giovanna Vecchione. Con la stessa domanda rivolta alla sindaca: “Ora che avete inserito lo Stadio Partenio tra i beni alienabili, che fine farà il project financing che prometteva alla città un nuovo stadio?”. Una risposta è arrivata dal capogruppo di Siamo Avellino Luigi Mattiello: “Visto che l’ipotesi è quella di vendere lo stadio, il project financing non è più contemplato”.
ATTENTI ALLA VENDITA, PERCHE’ IL CONTRAENTE C’E’ GIA’
Ma una differenza, e pure profonda, tra Vecchione e Gengaro, è emersa, sempre riguardo allo stadio, sulle modalità con le quali l’Amministrazione intende procedere per la vendita: “Con l’emendamento Mattiello ci troviamo di fronte ad un Bilancio copiosamente modificato, con le novità della vendita di due cespiti: Stadio e Conservatorio. E a proposito dello stadio ritengo pericoloso motivare la sua vendita con il fatto che ce lo ha chiesto l’Us Avellino. In pratica i Comune non farà un’asta, perché c’è già un contraente. Ma noi siamo amministratori pubblici, e dobbiamo stare attenti a queste cose. Sicuramente lì ci dovrà giocare l’Avellino Calcio, e sicuramente quello dovrà diventare un impianto moderno, ma ripeto che bisogna stare attenti alle procedure con le quali ci arriviamo, perché probabilmente avremo un solo interlocutore. Quantomeno toglierei dal documento contabile del Bilancio il fatto che l’ha chiesto l’Us Avellino”.
LA FUNZIONE PUBBLICA DELLO STADIO AL TEMPO DEL TERREMOTO
Gengaro ha quindi ribadito la propria idea sul futuro del nuovo stadio, che non vorrebbe diventasse un piccolo campo di calcio all’interno di un grande centro commerciale, ma piuttosto il fulcro di una nuova cittadella dello sport: “Possiamo fare una discussione pubblica sullo stadio? Il project che fine fa? Durante il terremoto del 1980 lo stadio Partenio svolse una funzione pubblica. Se noi fossimo una città proprietaria di tante aree, lo stadio andrebbe delocalizzato, ma ci dobbiamo organizzare lì dov’è. Ma non vogliamo un centro commerciale, non vogliamo una speculazione edilizia, altrimenti poi si andrà con l’elicottero alla città ospedaliera (l’area dove sorge il Partenio è praticamente alle spalle del Moscati, ndr.)“.