Un paziente paraplegico di 33 anni torna a camminare grazie a un neurostimolatore, dopo che 4 anni fa una grave lesione midollare gli aveva paralizzato le gambe. Si chiama Andrea il protagonista di un caso clinico unico al mondo, pubblicato su “Med – Cell Press” da un team multidisciplinare del Mine Lab composto da medici, fisioterapisti e ricercatori dell’Irccs ospedale San Raffaele di Milano e dell’università Vita-Salute San Raffaele, insieme ai bioingegneri della Scuola superiore Sant’Anna di Pisa coordinati da Silvestro Micera. Luigi Albano, neurochirurgo e ricercatore San Raffaele, è il primo autore dello studio che descrive “l’incredibile recupero” del giovane, immobilizzato da “una lesione midollare traumatica a livello toracico basso (T11-T12) estesa al cono midollare, la porzione terminale del midollo spinale”. Un incidente sul lavoro gli aveva prodotto “un grave deficit motorio dovuto al danno del sistema nervoso sia centrale che periferico”, spiegano da via Olgettina. “I ricercatori, dopo aver impiantato chirurgicamente un neurostimolatore midollare nello spazio epidurale, hanno applicato protocolli specifici di stimolazione e riabilitazione.
Ed è di Avella il neurochirurgo e ricercatore Albano che ha contribuito «a un avanzamento straordinario nel campo della medicina: grazie al suo lavoro nell’ambito della neurostimolazione, un paziente che aveva perso l’uso delle gambe ha potuto tornare a camminare». Con queste parole l’Amministrazione Comunale di Avella si congratula con il dottor Luigi Albano: «Un risultato che rappresenta una vera speranza per tante persone e che ci rende fieri del valore umano e scientifico di chi, partendo dal nostro territorio, riesce a incidere positivamente sulla vita degli altri. Avella guarda con orgoglio a chi, come il dottor Albano, porta nel mondo il sapere, la professionalità e il cuore della nostra comunità».
Con questo case study – afferma Albano – abbiamo dimostrato, per la prima volta, l’efficacia dell’Ees stimolazione elettrica epidurale coadiuvata dalla riabilitazione nel ripristinare le funzioni motorie degli arti inferiori in un paziente affetto da paraplegia a causa di una lesione grave estesa al cono midollare, consentendogli di raggiungere la stazione eretta e di deambulare per brevi distanze. Oltre al recupero motorio, la stimolazione ha determinato un miglioramento clinicamente rilevante del dolore neuropatico e della qualità della vita complessiva del paziente”, aggiunge il neurochirurgo. “I risultati di questo studio – dichiara Mortini – offrono nuove speranze ai pazienti con lesioni midollari gravi che hanno vissuto un lungo periodo di immobilità, offrendo la possibilità di recuperi impensabili fino a poco tempo fa grazie all’integrazione della neuromodulazione avanzata e della riabilitazione personalizzata”.