Ancora 48 ore per la risoluzione della crisi politica al Comune di Avellino: un primo banco di prova per la tenuta della consiliatura ci sarà giovedì, quando si tornerà a riunire il Consiglio. All’ordine del giorno non ci sono argomenti cruciali, ma sarà l’occasione per iniziare a tastare con mano la consistenza della (eventuale) maggioranza. La tenuta dell’Amministrazione è legata al numero 17: questi i voti necessari, sindaca Laura Nargi compresa, per far passare il Bilancio Consuntivo che approderà in Assise pochi giorni dopo, il 18 giugno. E al momento i voti su cui può contare la sindaca sono solo 13: il suo, quello dei 5 consiglieri di Siamo Avellino, quello dei 4 consiglieri di Coraggio per Avellino e quello dei tre del Patto Civico (Trezza, Melillo e Giacobbe). A mancare, al momento, è la certezza di avere al proprio fianco quella nutrita parte di maggioranza che fa capo all’ex sindaco Gianluca Festa, che al momento conta 11 voti.
L’OBIETTIVO MASSIMO: SENZA FESTA E SENZA PD
Gli scenari possibili sono essenzialmente tre: ricomposizione con Festa, appoggio del Pd, o nuova maggioranza senza Festa e senza Pd. La terza opzione è l’obiettivo massimo che potrebbe raggiungere la sindaca: recuperare il gap dei 4 voti necessari strappandoli ai due gruppi festiani. Basterebbe infatti che quattro consiglieri dei gruppi Davvero e W la Libertà seguissero l’esempio dei ‘Coraggiosi per Avellino’ per dare alla sindaca una maggioranza che non debba più fare i conti con le intemperanze dell’ex sindaco, né con le pretese del Pd, o almeno quella parte del Pd che nei giorni scorsi ha fatto capire di poter addivenire ad un accordo in chiave anti-Festa.
LE DIMISSIONI DELLA SINDACA
Il percorso verso questi scenari potrebbe anche passare per il gesto ‘tecnico-politico’ delle dimissioni: la sindaca Nargi potrebbe già giovedì presentarsi dimissionaria in Aula e far scattare così quei canonici “venti giorni di tempo” entro i quali, in caso di risoluzione della crisi (in un modo o nell’altro), confermare le dimissioni o ritirarle.