Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, interviene sul caso del detenuto napoletano, trovato morto nel carcere di Avellino. Il guardasigilli ha risposto all’interrogazione del parlamentare Aboubakar Soumahoro. È stata «acquisita, tramite il Dipartimento degli Affari di Giustizia, la relazione dell’autorità giudiziaria competente, trasmessa con nota del Procuratore della Repubblica presso il tribunale di Avellino», precisa Nordio.
Il 36enne fu rinvenuto senza vita nella sua cella lo scorso 7 febbraio. «Le cause del decesso del detenuto sono in corso di accertamento», sottolinea Nordio.
E aggiunge che è stato richiesto un «contributo informativo al Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (Dap)». Ciò per rispondere alle domande relative alla dinamica dei fatti e allo stato generale delle carceri. In riferimento alla vicenda di Pettirosso, il parlamentare aveva chiesto nell’interrogazione presentata lo scorso 12 febbraio di «far piena luce su quanto accaduto e su eventuali gravi inadempienze del personale in servizio presso la casa circondariale di Avellino». Nordio ha sottolineato che «in attesa degli esiti del procedimento penale, l’Amministrazione avrà cura di monitorare gli sviluppi della vicenda processuale, per adottare eventuali provvedimenti di competenza».
Inoltre, la Direzione generale dei detenuti e del trattamento, lo scorso 14 febbraio, «ha dato incarico al Provveditorato regionale di Napoli di procedere ad approfondita indagine volta a ricostruire cause, circostanze e modalità dell’evento.
Poi Nordio fornisce i numeri delle prsenze della casa circondariale: “Dei 553 detenuti complessivamente presenti, n. 65 sono appartenenti al circuito detentivo dell’Alta sicurezza, inoltre, n. 495 sono dinazionalità italiana, mentre i restanti n. 58 sono stranieri. Non si registrano comunque violazioni dei parametri minimi stabiliti dalla Corte E.d.u., atteso che ogni detenuto risulta avere a disposizione uno spazio di vivibilità superiore ai 3 metri quadrati”. Il Ministro ha ribadito che “l’attenzione al sistema carcerario è tra le priorità di questo Dicastero e del Governo che persegue un modello di carcere che assicuri un’esecuzione della pena certa e, al contempo, mai lesiva della dignità umana, un modello di carcere vivibile, sia per chi vi è recluso sia per chi ci lavora“.