Un falla informatica. Un software “pezzotto” (chiamato Badak), messo in piedi per archiviare le pratiche edilizie ma mai omologato dal Ministero e quindi sprovvisto delle più elementari regole di sicurezza. E soprattutto mani infedeli che hanno modificato le pratiche di concessione dei condoni sul territorio della città capoluogo. E’ grazie al lavoro incrociato tra Procura di Avellino e Commissione Trasparenza che in queste settimane stanno emergendo i dettagli della nuova inchiesta che sta facendo tremare il Comune di Avellino e in particolare il Settore Urbanistica, il Sued e l’Ufficio condoni.
L’attuale dirigente del Settore Urbanistica del Comune di Avellino, Luigi Maria Cicalese, lo ha ammesso durante un’audizione in una delle ultime sedute della Commissione consiliare Trasparenza: “Sono stati commessi degli errori”. E sono errori “pesanti”: ville nate lì dove non si poteva costruire, magari in base ad un condono edilizio che non era stato mai chiesto e che è stato successivamente inserito negli archivi dell’Ufficio Condoni.
Che siano stati errori in buona fede o non, spetterà verificarlo alla Procura di Avellino, ma di certo, ha detto Cicalese in Commissione, stanno già partendo ordinanze di demolizione e provvedimenti disciplinari interni. E’ una bomba pronta ad esplodere e che si abbatte sul Municipio proprio mentre la stessa Amministrazione comunale è appesa al filo di un’altrettanto grave crisi politica.
Il presidente della Commissione Trasparenza aveva inizialmente audito il dirigente Cicalese per approfondire uno degli ultimi casi di sospetti abusi edilizi emersi in città, quello dei balconi dei nuovi palazzi costruiti in via Roma, ma si tratta evidentemente solo della punta di un iceberg. Ciclase ha confermato che negli anni sono stati commessi degli errori, rimasti sepolti negli archivi comunali, alcuni risalenti addirittura al 1969. “Ma state tranquilli – ha aggiunto Cicalese – gli abusi edilizi non vanno mai in prescrizione. Verificheremo tutto e tutti. E continueranno i sopralluoghi in tutta la città”.
Il dirigente comunale è alla guida del settore Urbanistica dall’agosto scorso, e da quando si è insediato ha iniziato a riorganizzare l’intero ufficio, consapevole della enorme mole di lavoro che quotidianamente i funzionari e i dipendenti sono costretti a sobbarcarsi vista la cronica carenza di organico. La cosa grave è che negli anni scorsi c’è stato evidentemente qualcuno che, anche approfittando di questa situazione, ha fatto carte false per “mettere in regola” case che in regola non erano; o addirittura condoni per case che non erano state ancora costruite; o ancora case di 60 metri quadrati che sono state poi abbattute e ricostruite trasformandosi da piccolo casolare di campagna a villa lussureggiante.
Cicalese ha parlato anche di quella che potrebbe essere la falla informatica attraverso la quale mani infedeli hanno potuto modificare documenti e atti relativi alla concessione dei condoni: si tratta di un sistema informatico di archiviazione delle pratiche edilizie denominato ‘Badak’, un software che però non avrebbe tutti i crismi della regolarità. Un software non vidimato dal Ministero, messo in piedi “fai da te” da un dipendente comunale e usato come registro di riferimento nonostante fosse sprovvisto delle regolari misure di sicurezza “anti intrusione”: un sistema “permeabile” che evidentemente è stato usato con leggerezza permettendo la manomissione delle pratiche.