Sedici anni di reclusione per Giovanni Limata: due anni in meno di carcere rispetto a Elena Gioia, condannata in via definitiva a 18 anni di reclusione per l’omicidio del papà Aldo. E’il verdetto emesso dai i giudici della prima sezione della Corte di Appello di Napoli per il giovane di Cervinara, responsabile del delitto di Aldo Gioia, difeso dal penalista Rolando Iorio.
Il giovane è comparso, questa mattina, nuovamente davanti ai magistrati della I Sezione della Corte di Appello di Napoli in quanto i giudici della Cassazione avevano respinto il ricorso di Elena Gioia e annullato con rinvio la condanna di Giovanni Limata solo per il profilo del trattamento sanzionatorio.
Nel corso dell’udienza la Corte ha riconosciuto a Limata le attenuanti generiche in via prevalente, accogliendo le argomentazioni difensive avanzate dall’avvocato Iorio. La sentenza di primo grado, emessa il 24 maggio 2023 dalla Corte di Assise di Avellino, aveva condannato Limata e Gioia a 24 anni di reclusione. La Corte aveva stabilito che l’omicidio di Aldo Gioia era stato pianificato e commesso dai due imputati in concorso tra loro.
In secondo grado invece la pena era stata ridotta per tutte due gli imputati. La IV Sezione della Corte di Assise di Appello di Napoli, presieduta dalla giudice Ginevra Abbamondi, aveva accolto il motivo d’appello presentato dal difensore di Limata, l’avvocato Rolando Iorio. La Corte aveva riconosciuto un vizio parziale di mente come fattore preponderante rispetto alle circostanze aggravanti, riducendo così la condanna di Limata da 24 a 18 anni di detenzione.
Anche Elena Gioia, assistita dagli avvocati Livia Rossi e Francesca Sartori del foro di Roma, aveva beneficiato della stessa riduzione di pena. Tuttavia, per lei la riduzione è avvenuta non per vizio parziale di mente, ma per il riconoscimento della prevalenza delle attenuanti generiche rispetto alle circostanze aggravanti contestate.