Seguendo il percorso di questa lunga crisi al Comune capoluogo, conclusasi con la fine dell’esperienza amministrativa della sindaca Laura Nargi, mi sono chiesto più volte perché mai la prima sindaca donna della città di Avellino abbia voluto con una, per me inspiegabile, ossessione rimanere legata al “suo” scranno che giorno dopo giorno diventava sempre più fragile.
Smodata ambizione? Sete di potere? Rivalsa o vendetta nei confronti del suo ex sindaco? C’è anche tutto questo, non v’è dubbio. Tuttavia c’è stata, a mio avviso, la sottovalutazione del potere di chi le aveva consentito di esercitare il ruolo di sindaco, pronto ad imporle i suoi voleri. Rispetto a questa situazione, Nargi ha perduto la propria dignità, e quando da più parti le veniva chiesto di dimettersi per porre fine ad una indecente telenovela ha finto di non comprendere, accettando quel percorso che ha decretato la fine della sua esperienza amministrativa.
Fino all’ultimo la sindaca ha tentato di volare basso, dando vita ad un mercato delle vacche nella ricerca del consenso che potesse consentirle di andare avanti. Tuttavia il percorso era già minato per effetto di continuiamo maledogante intriso di corruzione e malaffare come un attento lavoro della magistratura, con il procuratore Airoma, in primo piano, ha narrato con puntuali indagini.
Finalmente l’ambiguità è stata sconfitta. Come quella del Patto per Avellino, idea lanciata da Nargi come ultimo appello per salvare la consiliatura, Patto Civico? E con chi? Con quegli stessi che avevano contribuito a infangare una intera comunità.
Totò avrebbe detto: “ma mi faccia il piacere…”. Il disastro c’è stato. Inutile negarlo. Ora si deve pensare e lavorare per una città che privilegi nel suo disegno di recupero i valori della legalità e della dignità. Che lotti contro i poteri camorristici e coloro che li hanno resi possibili con un patto scellerato. Per fare questo ed evitare anche il possibile dissesto finanziario, rischio che rappresenta un altro problema per lo stato in cui si trova il Comune, occorre un commissario che abbia il pugno fermo contro i poteri malavitosi e i comitati di affari. Certo, in un solo anno potrà agire almeno per fermare chi sta distruggendo la città ripristinando le regole per una civile convivenza.