Potatura mirata, difesa biologica e buona gestione agronomica al centro della giornata in campo ospitata dall’Azienda De Maio.
Forino (AV), 8 agosto 2025 – Sotto la chioma densa e regolare dei castagni irpini, si è svolta una delle tappe più significative del progetto DSSCAST, questa volta con uno sguardo tecnico e approfondito sulle pratiche agronomiche che stanno alla base di una castanicoltura moderna, sostenibile e resiliente.
A fare da cornice all’evento, l’Azienda Agricola De Maio Srl di Forino, condotta da Vincenzo De Maio, che con il suo castagneto ben curato rappresenta un modello virtuoso di gestione fondiaria. L’incontro ha visto la partecipazione di agricoltori, tecnici e partner di progetto, oltre alla presenza del prof. Antonio De Cristofaro, ordinario presso il Dipartimento di Agraria dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, da sempre guida scientifica del percorso DSSCAST e presidente del Consorzio del Distretto della Castagna e del Marrone della Campania.
Oltre la tecnologia: il castagneto si cura con metodo e costanza
Se nei precedenti incontri del progetto si era parlato di sensori, DSS e monitoraggi ambientali, l’appuntamento di Forino ha messo al centro le pratiche che costituiscono la base agronomica indispensabile per valorizzare qualsiasi tecnologia:
- Potatura fisiologica mirata, per assicurare aerazione, equilibrio e produttività;
- Gestione biologica dei parassiti, con strategie a basso impatto;
- Buona conduzione del fondo, intesa come insieme coordinato di operazioni colturali, gestione del cotico erboso, nutrizione e attenzione costante allo stato vegetativo delle piante.
Il castagneto dell’azienda De Maio è stato indicato come esempio concreto, come si è avuto modo di osservare anche negli incontri scorsi presso i castagneti di altri soci, di corretta gestione agronomica, grazie alla regolarità delle piante, alla sanità vegetativa e alla produttività visibile. Un caso in cui la tradizione si sposa con la conoscenza tecnica, e dove l’agricoltura si fa cura quotidiana del territorio.
Potatura e difesa fitosanitaria: le basi della resilienza
La potatura è stata oggetto di approfondimento tecnico con il prof. De Cristofaro, che ha illustrato le conseguenze di interventi errati, spesso causa di squilibri vegetativi e ingresso di patogeni. È stato ribadito come una potatura regolare, fisiologica e adattata alla struttura dell’albero sia fondamentale per la longevità del castagneto e la prevenzione delle malattie. Incisivo l’intervento di Salvatore Dell’Angelo , a mio avviso uno scultore del castagno e massimo esperto di potatura. Ampio spazio anche alla lotta biologica ai principali parassiti, tra cui la vespa cinese e il balanino, sempre più diffusi nelle aree castanicole campane. Si è discusso di:
- utilizzo del Torymus sinensis come antagonista naturale,
- impiego di trappole e monitoraggi regolari,
- pratiche agronomiche integrative (potature, gestione del suolo, tempi di raccolta) per spezzare il ciclo riproduttivo dei fitofagi.
Tra innovazione e tradizione: il modello DSSCAST
Il progetto DSSCAST, finanziato dal PSR Campania 2014/2020 – Sottomisura 16.1, ha l’obiettivo di sviluppare un Sistema di Supporto Decisionale (DSS) per la castanicoltura campana. Il DSS integra dati provenienti da:
- centraline meteo e sensori ambientali,
- rilevamenti fitosanitari,
- osservazioni agronomiche in campo.
Il progetto DSSCAST è sviluppato da un partenariato che unisce competenze agronomiche, tecnologiche e imprenditoriali: Farzati S.p.A., MHI Srl, Oasis S.r.l., CSI Formactions Srl, le aziende agricole De Maio Srl, Giaquinto di Luce Antonio, Dell’Angelo Salvatore, e il Distretto della Castagna e del Marrone della Campania. Obiettivi principali del progetto:
- Ottimizzare le risorse agronomiche e idriche con un approccio scientifico.
- Ridurre l’impatto ambientale e aumentare la resilienza climatica.
- Migliorare la qualità e la quantità del prodotto.
- Integrare tecnologie di precisione con l’esperienza agronomica.
- Formare e accompagnare gli agricoltori verso modelli gestionali più sostenibili.
Un finale tra convivialità e identità irpina
La giornata si è conclusa sotto la fitta pre-scura castanicola, con una cena autentica irpina tra i filari del castagneto: un momento conviviale che ha celebrato il legame tra territorio, comunità e paesaggio agricolo. Un modo concreto per ricordare che la castanicoltura non è solo produzione, ma cultura, identità e presidio ecologico.
“E’ il caso di dirlo: La rivoluzione parte dalle radici. E dai gesti giusti.”