Tutto inizia nel 2011, quando Nanda Santoro, pedagogista avellinese, volto noto in città, sia per la sua partecipazione alla vita politica che per la gestione della scuola dell’infanzia “Accademia dei Giorni Felici”, decide che il suo tempo in Irpinia è finito. Ad attirare la sua attenzione è un’associazione di volontariato che presta la sua opera nella Repubblica di Capo Verde. Santoro entra in contatto con il fondatore, padre Ottavio e, nel giro di poche settimane, decide di andare in Africa per la prima volta. Il suo si rivelerà un viaggio di sola andata, perché dopo quella prima volta capirà che la sua vita non è più in Italia. I suoi viaggi in Africa diventano sempre più frequenti. “Mio marito, che non comprendeva il motivo di tanto entusiasmo, capì tutto nell’agosto del 2012, quando in occasione del nostro 25esimo anniversario di nozze – racconta – rinunciò a Santo Domingo per un tour nell’arcipelago capoverdiano. Fu in quel preciso istante che ebbe inizio il secondo tempo della nostra vita”.
Per Nanda e la sua famiglia tutto cambia nel giro di un paio di anni: dopo la vendita della casa di Avellino e l’addio al lavoro, c’è il trasferimento sull’isola di Maio in una casetta in riva al mare. Ad attenderla una nuova attività e nuovi impegni sociali, diventati nel tempo riferimento per la comunità africana. Nell’isola ha creato due asili nido, di cui uno intitolato a Daniele e Franco Gatto, padre e figlio avellinesi morti prematuramente. “Ho ristrutturato le scuole materne della città di Porto Ingles – racconta – e partecipato alla creazione del Centro “do Dia” per i bambini in difficoltà e alla nascita della prima ludoteca. All’interno dell’ICCA (Istituto capoverdiano per l’infanzia e l’adolescenza) ho realizzato una sala per i processi per abuso sessuale contro i minori”. Si tratta, in particolare, di due sale adiacenti separate da uno specchio unidirezionale, che consente ai bambini di deporre senza essere condizionati e infastiditi dalla presenza dell’abusatore e di dialogare con una psicologa, e non con il giudice”. Ora Nanda Santoro vive sull’isola di Santiago, e precisamente a Tarrafal, animata dall’obiettivo di sempre: continuare a lavorare per migliorare le condizioni di vita dei bambini e offrire loro nuove possibilità. “Sto per aprire un locale, il Tropical Cafè, che mi auguro sia solo il primo tassello per la creazione di un’associazione di imprese, disponibile a devolvere parte dei profitti per la realizzazione di strutture e attività finalizzate al benessere dei bambini”.
La sua ultima sfida si chiama “Impresa Solidale per l’Infanzia”, un progetto che nasce appunto con l’obiettivo di creare e sostenere imprese locali con finalità profit, impegnandole a devolvere una quota dei ricavi in un fondo comune per l’infanzia destinato alla realizzazione di strutture e servizi per i bambini africani, come scuole, spazi educativi e centri ricreativi. Una rete di piccole imprese, impegnate nei settori della ristorazione, dell’artigianato, del turismo e dei servizi locali, che punta su un modello di sviluppo sostenibile orientato al sociale e al benessere delle nuove generazioni. “Per avviare quest’iniziativa – precisa l’imprenditrice irpina – sarà necessario dare vita ad un’associazione di persone, desiderose di cambiare vita ma, soprattutto, di dare alla stessa un significato diverso. Il mio pensiero va, naturalmente, alla mia terra, ma non solo. Sono convinta che le buone prassi siano replicabili ovunque e in grado di aggregare anche realtà già esistenti. Capo Verde – conclude – diventerà un laboratorio di impresa solidale, spero con radici sempre più profonde in Irpinia”.