Un doveroso omaggio ad un grande del cinema italiano a 50 anni dalla scomparsa, Una riflessione dedicata a “Pasolini…Ultimo profeta?” promossa dall’Associazione Avellino per il mondo in collaborazione con il Cinecircolo Santa Chiara e il Centro Studi Cinematografici. E’ l’incontro in programma il 25 ottobre nella chiesa di Costantinopoli. A portare i propri saluti Pasquale Luca Nacca, presidente Avellino per il mondo e Andrea Gennarelli, presidente Cinercircolo Santa Chiara. Coordina Alfonso Bruno, presidente Centro studi cinematografici Regione Campania. Interverranno il critico cinematografico Ciro Borrelli, il direttore artistico Il Cinema in segreto Paolo D’Andrea, Federico Curci, documentarista e scrittore. Ad impreziosire l’incontro le illustrazioni di Alessia Ausiello. Un confronto per interrogarsi sull’eredità di un intellettuale capace di abbracciare linguaggi artistici differenti raccontando le contraddizioni della società. Un’eredità che è nella denuncia dell’avvento del capitalismo assoluto; del consumismo; di una sinistra e di una classe intellettuale tanto progressista quanto liberal-capitalista, che si disinteressa degli sfruttati ma anche nella ricerca del Sacro e del Sentimento, oltre la fredda ragione, oltre quel “laicismo consumistico” che ha trasformato gli esseri umani in adoratori della materia, del danaro, del consumo. Ritroviamo nei suoi scritti, dal cinema alla letteratura agli articoli giornalistici, la capacità di cogliere che sono diventati parte integrante del sistema “il consumismo può rendere immodificabili i nuovi rapporti sociali espressi dal nuovo modo di produzione “creando come contesto alla propria ideologia edonistica un contesto di falsa tolleranza e di falso laicismo: di falsa realizzazione, cioè, dei diritti civili”.
Ora, la massa degli intellettuali che ha mutuato da voi, attraverso una marxistizzazione pragmatica di estremisti, la lotta per i diritti civili rendendola così nel proprio codice progressista, o conformismo di sinistra, altro non fa che il gioco del potere: tanto più un intellettuale progressista è fanaticamente convinto della bontà del proprio contributo alla realizzazione dei diritti civili, tanto più, in sostanza, egli accetta la funzione socialdemocratica che il potere gli impone abrogando, attraverso la realizzazione falsificata e totalizzante dei diritti civili, ogni reale alterità. Dunque tale potere si accinge di fatto ad assumere gli intellettuali progressisti come propri chierici. Ed essi hanno già dato a tale invisibile potere una invisibile adesione intascando una invisibile tessera”.