Convalidato il sequestro preventivo d’urgenza per circa 78mila euro non vincolati dal gip Mauro Tringali sui presunti appalti truccati e indetti dalla provincia del Settore edilizia scolastica di Avellino. Dopo il sequestro bis dei soldi rinvenuti presso l’abitazione di A.R, il gip aveva convalidato – i primi di novembre – la misura solo per circa 17mila euro. Dunque la restante parte dei 95mila euro inizialmente sequestrati dovevano essere svincolati, ma il pm aveva aveva firmato un nuovo sequestro d’urgenza preventivo.
Secondo il pubblico ministero anche i 78 mila euro di denaro erano da considerarsi provento degli affari illeciti posti in essere dai cinque indagati, tre dipendenti della Provincia di Avellino e due titolari delle ditte edili beneficiari degli appalti pilotati.
Ora gli avvocati sono a lavoro per presentare le istanze di riesame contro questa ulterior misura di sequestro. Intanto si attendono gli esiti degli accertamenti effettuati sui cellulari degli indagati. Infatti i militari del Nucleo di Polizia Economica e Finanziaria delle Fiamme Gialle avevano già acquisito una serie di documenti e con l’ ausilio dei due consulenti nominati dal sostituto procuratore Fabio Massimo Del Mauro, hanno estratto la copia dei dispositivi.
Nell’inchiesta, oltre ai tre funzionari della Provincia S.D., A.R e C.C. ci sono anche gli imprenditori E. L. e G. P. difesi dagli avvocati Claudio Frongillo, Ennio Napolillo, Giorgio Palma e Nello Pizza.
Sono accusati a vario titolo di corruzione e abuso d’ufficio in relazione a una serie di appalti per la riqualificazione degli istituti scolastici irpini , un ex funzionario istruttore della Provincia, un’ ex collaboratrice del funzionario, un funzionario al servizio “Gestione ed edilizia scolastica”, un imprenditore edile di Avellino e il rappresentante legale di un’altra società di Ospedaletto D’Alpinolo.
Secondo gli investigatori, alcuni viaggi di lusso, prenotati tramite la piattaforma Booking e pagati con la carta American Express del titolar di una ditta di costruzioni sarebbero stati offerti a tre funzionari provinciali in cambio di favoritismi nell’assegnazione degli appalti.
Nel corso delle perquisizioni, i militari avevano rinvenuto 60mila euro in contanti nell’abitazione dell’ex collaboratrice del funzionario e latri 30mila in una cassetta di sicurezza. Una somma che, secondo l’ipotesi accusatoria, sarebbe riconducibile alle utilità ottenute dai funzionari. In un passaggio dell’inchiesta, gli inquirenti segnalano anche l’acquisto di una Porsche, presumibilmente effettuato con parte di quel denaro.



