Circa cinque milioni i campani al voto il 23 e 24 novembre per il rinnovo del Consiglio regionale e per l’elezione del presidente della Regione. Urne aperte dalle 7 alle 23 di domenica e dalle 7 alle 15 di lunedì: le 5.800 sezioni in cinque province. In base alla ripartizione rispetto alla popolazione, alla circoscrizione di Napoli si eleggono i 27 seggi su un totale di 50.
A Salerno, nove seggi, a Caserta otto, ad Avellino quattro e a Benevento due.
Si può votare il candidato presidente e per la lista: si possono esprimere fino a due preferenze per i candidati consiglieri: un uomo e una donna. Se si scrivono due nomi dello stesso sesso, verrà conteggiato solo il primo.
Sulla scheda accanto al simbolo della lista, c’è uno spazio per scrivere i nomi dei candidati consiglieri.
Con il voto disgiunto l’elettore può votare un candidato alla presidenza e una lista non collegata al presidente.
Rispetto a cinque anni la legge elettorale è stata modificata: la soglia di sbarramento per le liste è stata abbassata dal 3% al 2,5%; inoltre il consigliere regionale eletto e nominato come componente della giunta viene sospeso dalla prima funzione. Il sistema elettorale è proporzionale, con premio di maggioranza: a chi vince le elezioni spetta il 60% dei seggi, ovvero 30 su 50. Se la coalizione supera il 60% dei voti validi, vengono attribuiti ulteriori seggi in maniera proporzionale su base circoscrizionale. E’ garantita l’elezione di almeno un consigliere per circoscrizione. Viene eletto presidente della giunta il candidato presidente che ottiene il maggior numero di voti.
Sei in tutto in candidati alla presidenza: per il centrosinistra Roberto Fico e per il centrodestra Edmondo Cirielli. Quattro ‘indipendenti’: Carlo Arnese, all’inizio sostenuto da Forza del popolo; Stefano Bandecchi per ‘Dimensione Bandecchi’; Nicola Campanile del movimento ‘Per’; e Giuliano Granato per Campania popolare.
Sono 20 le liste depositate negli uffici allestiti nel Tribunale di Napoli, e quasi altrettante nelle altre 4 province.
Sono otto le sigle del campo largo: Pd, M5s, Avs, Fico presidente, A testa alta, Casa riformista, Avanti, Noi di centro-Noi Sud.
A sostegno del viceministro degli Esteri, sempre a Napoli, ci sono: Fratelli d’Italia, Forza Italia, Lega, Noi Moderati, lista Cirielli presidente, Udc, Pensionati Consumatori, Democrazia cristiana con Gianfranco Rotondi.
Gennaro Sangiuliano è capolista di FdI a Napoli.
A Napoli, tra i candidati di punta di Giorgia Meloni: Marco Nonno. Per la civica di Cirielli, il colonnello Mungivera, vicecomandante dell’Arma dei carabinieri della Regione Campania, e l’uscente Maria Muscara’, eletta con il M5s.
Forza Italia ha in lista Pasquale Di Fenza, consigliere regionale uscente, espulso da Azione dopo il video con la tiktoker Rita De Crescenzo.
A Napoli, la lista della Lega è capeggiata da Daniela Di Maggio, mamma di Giovanbattista Cutolo, il 20enne ucciso a Napoli. Noi Moderati punta su Clelia Mele, studentessa 18enne.
Il Pd punta sugli uscenti come Massimiliano Manfredi, fratello del sindaco di Napoli, Gaetano, e su nwe entry come l’insegnante Francesca Amirante. Per Avs l’attivista palestinese Souzan Fatayer.
Nella lista ispirata da Fico spicca il nome di Giovanni Russo, direttore della Masseria Esposito Ferraioli di Afragola, bene confiscato alla camorra.
Vincenzo De Luca, ‘governatore’ uscente, ha composto la lista ‘A testa alta’. Dove si candida tra gli altri il presidente del Consiglio regionale Gennaro Oliviero, espulso dal Pd dopo il caso tessere per l’ultimo congresso nazionale, e l’assessore alla Scuola Lucia Fortini. Altri quattro sono uscenti.
E ancora: Casa Riformista candida Armando Cesaro, figlio di Luigi, ex parlamentare e presidente della Provincia.
Azione non partecipa alle Regionali con il simbolo, e con ‘Avanti Campania’, la lista dei socialisti, c’è allora anche Giuseppe Sommese, ex consigliere e assessore regionale, e c’è pure la vicepresidente del Consiglio, Valeria Ciarambino, ex 5stelle.



