Da un lato il rilancio della produzione, legato a filo doppio all’assegnazione del nuovo Ducato, dall’altro il nodo dei 200 esuberi che rischia di ridurre ulteriormente i livelli occupazionali presso lo stabilimento Denso di Pianodardine. Una situazione decisamente complicata che ha spinto l’azienda a chiedere l’attivazione della cassa integrazione straordinaria in deroga che permetterà, a partire dall’11 dicembre prossimo, di utilizzare un altro anno di solidarietà. Più ombre che luci al termine del vertice in Confindustria, aperto dall’amministratore delegato Zippo, in collegamento dalla Polonia, che si è reso disponibile per un incontro, probabilmente a gennaio. Sullo sfondo la divisione tutta interna al sindacato, che su questa vertenza continua a restare su posizioni diverse, se non contrapposte.
Zippo avrebbe garantito sulla volontà di continuare ad investire nello stabilimento irpino, indipendente dai finanziamenti governativi. “Tutto o quasi – si legge nella nota della segreteria Uilm – dipende dalle scelte di Stellantis e dalle decisioni dell’Europa riguardo le auto elettriche”. Scelte, quelle relative alle restrizioni adottate da parte dell’Unione Europea, che il segretario della Uilm Gaetano Altieri ha criticato a più riprese. Il suo auspicio, per evitare la perdita di migliaia di posti di lavoro, è che siano riesaminate, in modo da arrivare ad una revisione del regolamento auto.
Nel corso del confronto l’azienda ha inoltre garantito sul raggiungimento del break even point (punto di pareggio) nell’anno fiscale 2025, rientrando così della perdita di circa 30 milioni relativa all’anno fiscale precedente. Nonostante l’avvio della nuova Jeep J4U e la sfida per l’assegnazione del nuovo Ducato, “la situazione degli esuberi rimane drammatica: sono stati dichiarati 200 esuberi strutturali”, incalza il sindacato. “Il rinnovo degli incentivi è previsto fino a marzo 2026 ma molto probabilmente sarà prorogato. Per quanto concerne l’isopensione, nonostante amplierebbe la platea dei lavoratori interessati, è escluso al momento in quanto troppo oneroso per l’azienda”.
Decisamente diversa l’interpretazione delle segreterie provinciali e delle RSU di Fim, Fismic e Uglm che non nascondono la loro preoccupazione. “La crisi di Stellantis e l’interrogazione parlamentare, presentata all’inizio dell’estate, hanno contribuito a far maturare questa scelta. La quota pubblica di otto milioni è stata sospesa per almeno 6 mesi. Lo scontro pubblico, e la conseguente spaccatura sindacale, mette a rischio altri 200 posti di lavoro”. Le segreterie provinciali di Fim, Fismic e Uglm e la maggioranza delle RSU hanno evidenziato “l’errore politico di ‘qualcuno’ come risposta ad alcuni licenziamenti ed alla mancata firma di alcuni accordi, come la certificazione di sicurezza, requisito necessario per partecipare a future gare con Stellantis”. Spaccature che, a detta di Fim, Fismic e Uglm, “devono essere chiarite e superate per evitare di compromettere la possibile ripresa. Per questo motivo – conclude la nota – abbiamo chiesto e ottenuto un incontro con l’Amministratore Delegato del Gruppo, che si terrà ad Avellino nel mese di gennaio 2026”.




