E’ Arci a lanciare l’allarme sul rischio per Sickar di tornare in strada “Nelle prossime ore il giovane migrante Sickar Ablaie verrà dimesso dal reparto di Psichiatria dell’Ospedale Moscati. Le sue condizioni di fragilità psicologica e sociale sono evidenti, così come è evidente che un ritorno in strada rappresenterebbe un grave rischio per la sua salute, per la sua sicurezza e per la dignità di una persona che da troppo tempo vive ai margini senza alcun percorso stabile di tutela.
La storia di Sickar non è un episodio isolato, né una situazione improvvisa. È il risultato di una vulnerabilità nota e reiterata, che negli ultimi mesi ha generato interventi frammentati, mai trasformati in un percorso coordinato e capace di garantire continuità. Il problema, oggi, non è solo la dimissione imminente: è l’assenza di un sistema che impedisca che persone in condizioni così gravi ricadano ciclicamente nella marginalità estrema.
In queste ore molti volontari, mediatori e operatori sanitari stanno facendo tutto ciò che è nelle loro possibilità. Ma la buona volontà, pur preziosa, non può sostituire ciò che manca davvero: una presa in carico socio-sanitaria immediata, una soluzione abitativa temporanea sicura e un percorso coordinato che protegga il ragazzo dal ripiombare in una condizione incompatibile con il suo stato di salute”.
Nella nota si sottolinea come “L’inverno è alle porte, e con esso l’emergenza freddo che ogni anno mette a rischio la vita delle persone senza dimora. Ma la risposta non può limitarsi alla distribuzione di coperte o alla gestione del momento. Esistono fragilità che richiedono continuità terapeutica, accompagnamento, mediazione linguistico-culturale, supporto legale e progetti di inclusione. Senza questo insieme di strumenti, ogni intervento risulta parziale e inevitabilmente destinato a fallire.
È necessario che le istituzioni competenti si attivino ora, con urgenza, affinché Sickar non torni in strada e possa finalmente accedere a quei diritti essenziali — salute, sicurezza, protezione — che non possono dipendere solo dalla disponibilità di chi si trova a intercettare il bisogno. Servono soluzioni immediate e, allo stesso tempo, serve costruire un quadro stabile e strutturato per gestire situazioni che non possono più essere trattate come eccezioni”
ARCI Avellino ribadisce l’impegno di continuare a fare la propria parte, “ma nessuna associazione può sostituire un sistema pubblico che ha il dovere di garantire tutela, continuità e protezione. Oggi l’appello è semplice e urgente: si intervenga subito per evitare che nelle prossime ore un ragazzo fragile venga rimesso in strada, e si lavori per costruire un modello capace di prevenire — e non solo inseguire — la prossima emergenza”




