AVELLA- Consiglio comunale dedicato alla proposta di costruzione di un albergo. Il sindaco Vincenzo Biancardi ha spiegato i motivi della non approvazione di questa licenza edilizia. «Abbiamo evitato un altro scempio edilizio sulla Collina di San Cataldo nei pressi del torrente Clanio. Una licenza che è contraria alle prescrizioni del nuovo piano urbanistico che prevede di preservare le aree verdi come la collina di San Cataldo. Questa amministrazione non consentirà alcuno scempio: ci saremmo trovati davanti alle stesse proporzioni di quanto avvenuto in Costiera Amalfitana».
L’ex assessora Antonia Caruso a riguardo dice: «Andrò per le vie legali. Mi devono spiegare perché altri scempi vengano consentiti in aree come quella vicina alla zona dove si doveva realizzare l’albergo». Si tratterebbe secondo Caruso di «un dispetto nei suoi confronti».
E’ la stessa ex assessora a spiegare, in una nota, che «Il progetto per una Casa Albergo per anziani in località San Cataldo nel Comune di Avella nasce da una mia iniziativa con l’adesione, la partecipazione e sostegno di un gruppo di colleghi e amici che hanno creduto fortemente nel progetto.
Abbiamo portato avanti un progetto con un pool di professionisti, che per sei mesi si sono impegnati, cambiando più volte le soluzioni possibili al fine di ridurre o annullare completamente l’impatto ambientale, prevedendo una struttura da realizzarsi con ingegneria naturalistica ed immersa completamente nel verde come si evidenzia nella rappresentazione.
Prendiamo atto con rammarico di un atteggiamento immotivatamente ostile da parte del responsabile del procedimento nonché del Consiglio Comunale, che ha utilizzato nel contesto una stridente disparità di trattamento allorquando si approvano varianti allo strumento urbanistico vigente che si connotano in forni crematori, capannoni, depositi che tuttavia possono anche risultare utili all’occupazione ma che non hanno nessuna attinenza con l’uso pubblico o per l’interesse e crescita della comunità».
L’ex assessora entra nei dettagli più specifici: «In quanto al boschetto in proprietà del sito ove si sarebbe dovuta realizzare l’opera, le querce (che sono parte integrante e decorativa del progetto) sono lontane 50 mt dalla parte da edificare e sono da noi da sempre “coccolate” ed estremamente tutelate e curate, e i 12 olivi per conformare la superficie da coprire dall’edificio sarebbero dovuti essere delocalizzati nello stesso terreno considerando che il sito ha una superficie di oltre 30mila metri quadrati.
Quindi la recente decisione del Consiglio Comunale di Avella di respingere il progetto della casa-albergo per anziani rappresenta, a mio avviso, una scelta profondamente sbagliata e dannosa per la comunità. In un momento storico in cui la popolazione invecchia e le famiglie si trovano spesso sole nel gestire situazioni delicate, dire “no” a una struttura pensata per offrire assistenza, accoglienza e professionalità significa ignorare bisogni reali e sempre più urgenti».
Caruso ricorda che il progetto «avrebbe portato benefici evidenti: servizi fondamentali per gli anziani, nuovi posti di lavoro, una ricaduta positiva sull’economia locale, un’opportunità di crescita sociale e sanitaria per tutto il territorio. La motivazione del presunto impatto ambientale, pur essendo un tema legittimo, sembra essere stata utilizzata come ostacolo più che come punto di partenza per trovare una soluzione equilibrata. Oggi appunto esistono tecniche costruttive moderne e sostenibili che permettono di inserire nuove strutture nel territorio rispettando la natura, il paesaggio e la sicurezza come avevamo già prospettato nel progetto.
Il vero errore, quindi, non è stato quello di preoccuparsi dell’ambiente — cosa giusta e sacrosanta — ma di non cercare alternative, di non aprire un dialogo serio per valutare modifiche. Così facendo, Avella perde una possibilità concreta di sviluppo e si allontana dall’idea di un territorio che cresce, che si attrezza, che pensa ai più fragili. Le decisioni politiche dovrebbero mettere al centro il benessere della comunità, non la paura di assumersi responsabilità. È un peccato che, ancora una volta, prevalga la logica del “non fare”, invece della visione coraggiosa di chi costruisce opportunità reali per il futuro».
Albino Albano



