Ci sarà un processo di Appello per l’omicidio di Roberto Bembo, avvenuto a Capodanno del 2023 a Mercogliano. Il prossimo 20 gennaio, davanti ai giudici della IV Sezione della Corte di Assise di Appello di Napoli saranno discussi i ricorsi proposti dai penalisti Gaetano Aufiero e Stefano Vozella contro la sentenza di condanna per l’omicidio del giovane di Mercogliano emessa il 15 gennaio scorso dai giudici della Corte di Assise di Avellino nei confronti dei tre imputati di omicidio. Sedici anni ed otto mesi per Niko Iannuzzi, autore materiale del delitto, sedici anni ai fratelli Lucamaria e Daniele Sciarrillo, accusati di concorso in omicidio.
LA SENTENZA DI PRIMO GRADO
In trenta pagine, i giudici della Corte di Assise presieduta dal magistrato Gian Piero Scarlato, avevano anche ricostruito la dinamica emersa dell’istruttoria confrontandola con le dichiarazioni dei testimoni, un filmato e la dichiarazione degli stessi imputati, la sussistenza o meno dei futili motivi, il ruolo di tutti gli imputati, in particolare anche sulla presunta minore responsabilità di Daniele Sciarrillo e la possibilità di valutare sia una sorta di legittima difesa che la concessione delle attenuanti generiche.
Secondo quanto riportato nelle motivazioni, l’aggressione è avvenuta in un momento successivo e autonomo rispetto a una prima lite per motivi legati a un parcheggio. Dopo la separazione dei gruppi, Roberto Bembo, rimasto solo, si è diretto di corsa verso gli imputati, innescando la reazione violenta che ha portato al decesso.
La Corte ha ritenuto che i fratelli Sciarrillo abbiano concorso attivamente all’omicidio accerchiando la vittima, sebbene non fossero a conoscenza della presenza del coltello. Non sono state concesse attenuanti generiche, alla luce della gravità del reato e della condotta tenuta dagli imputati.
In aula il pm Vincenzo Toscano, dopo oltre tre ore di requisitoria, aveva formulato le richieste di condanna per Niko Iannuzzi, per Luca Maria Sciarrillo e Daniele Sciarrillo (imputato a piede libero). Il pubblico ministero in una Corte d’Assise strapiena, davanti al collegio composto dal presidente Gian Piero Scarlato, a latere Pierpaolo Calabrese e sei giudici popolari aveva chiesto 25 anni di reclusione per Iannuzzi, 21 anni e mesi 9 di reclusione per Luca Sciarrillo, e 8 anni di reclusione e l’esclusione dell’aggravante dei futili motivi per Daniele Sciarrillo. Una richiesta che era stata ribadita dal legale di parte civile, la famiglia del ventenne Roberto Bembo, il penalista Gerardo Santamaria.
L’OMICIDIO
Roberto Bembo, un giovane di appena 20 anni, viene accoltellato intorno alle 7 del primo gennaio 2023 in via Nazionale Torrette di Mercogliano, nei pressi di un bar cornetteria. Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica del capoluogo (titolare dell’inchiesta è il sostituto procuratore Vincenzo Toscano), vengono affidate alla Questura di Avellino. La sera dello stesso giorno Luca Sciarrillo e Nico Iannuzzi, 28 e 31 anni di Avellino, decidono di costituirsi. La mattina dell’aggressione, invece, era stato fermato e denunciato a piede libero Daniele Sciarrillo, fratello 33enne di Luca. All’interno della sua abitazione vengono trovate sostanze stupefacenti. Il suo ruolo nell’aggressione sarebbe più marginale. A colpire alle spalle Roberto Bembo sarebbe stato Nico Iannuzzi. La lite sarebbe scaturita da un banale parcheggio nei pressi del bar di Torrette di Mercogliano. Tra due gruppi è scoppiata una rissa nella quale i tre indiziati avrebbero avuto la peggio. Successivamente, mentre Bembo tentava di attraversare e raggiungere il bar, viene colpito. Luca Sciarrillo avrebbe colpito il 20enne al volto con un tirapugni. Mentre Iannuzzi, dopo averlo raggiunto alle spalle, avrebbe sferrato tre coltellate. Roberto Bembo muore dopo dieci giorni di ricovero all’Ospedale Moscati.



