di Giancarlo Vitale
Tra Grottaminarda e Melito, sul letto di quello che ormai resta del fiume Ufita, una mini centrale elettrica fa capolino. Non ancora funzionante, nonostante dovrebbe essere attiva soltanto nei mesi invernali, da ottobre ad aprile. Così ci hanno spiegato, mesi fa, dal cantiere. Servirà per la fornitura di corrente elettrica ai privati. Con una portata minima, la potenza massima di kw è di 2080 .entre quella media sarà di 975.
Ma molte sono le domande che, le comunità di queste parti, si fanno. La prima riguarda il fiume che non c’è più. Se, in valle Ufita, lo sviluppo non tarderà ad arrivare, l’alta Capacità Napoli-Bari, la stazione”Hirpinia”, il polo logistico, un poco meno la Lioni Contursi Grottaminarda, le aziende che già ci sono, e quelle che verranno, avranno bisogno dibuna importante capacita’ di energia elettrica. Ma messa lì, dentro l’alveo di un fiume, a deturpare l’ambiente, il sistema idrogeologico, non sembra la migliore soluzione.
E di questi tempi, vista la crisi idrica che la nostra provincia sta attraversando, non si poteva fare qualcosa per alimentarlo, almeno in parte, su questo versante? Tra l’altro è prevista un’altra struttura, a partire da quella che tecnicamente è definita“opera di presa”, tre chilometri più in la’. Che fa da punto di arrivo. E il cosidetto”canone rivierasco”, dei ristori cioè ai due Comuni interessati, basterà a tenere buone le due comunità? Intanto i vantaggi per la popolazione consisterebbero nel fatto che si chiamano a lavorare tutte imprese campane. Può bastare? Dalla Società Idroelettrica Torrente Ufita s.r.l., con sede a Milano, mentre quella legale è ad Avellino, non giungono risposte. E attendono tempi migliori.



