L’evento, de’ la Macenata ha ospitato uno Show Cooking d’autore quale valorizzazione del territorio in ottica esperienziale attraverso i percorsi del tipico e del saper fare, riflessioni teoriche ed evidenze empiriche in Irpinia
La capacità di valorizzare i prodotti tipici locali rappresenta un elemento decisivo per lo sviluppo endogeno dei sistemi territoriali, in considerazione delle importanti ricadute economiche, sociali e turistiche che esso può produrre. Attraverso la valorizzazione delle tipicità, infatti, la funzione meramente produttiva delle attività agricole viene integrata da nuove e diverse funzioni, tra cui la tutela dell’ambiente e del territorio, la conservazione della cultura e delle tradizioni rurali, creando spazi e luoghi interessati da nuove dinamiche di tipo economico e sociale. Tutto ciò è stato possibile per la grande disponibilità dei produttori che ci mettono la faccia e i prodotti, insieme agli chef creano sinergie e capolavori gastronomici.
Questi aspetti messi ben in evidenza da questa manifestazione legata visceralmente al mondo “rurale”. In riferimento al punto, ovvero la valorizzazione in senso turistico dei territorio, è bene sottolineare come l’enogastronomia negli ultimi anni abbia assunto un ruolo centrale anche nelle aspettative e nelle motivazioni stesse dei viaggiatori, fintanto da immaginare un processo di “patrimonializzazione” degli alimenti e delle specialità culinarie locali ,da considerare vere e proprie attrazioni turistiche capaci di muovere un target di viaggiatori che la letteratura internazionale definisce In questo modo la gastronomia, oltre ad essere una piacevole attività sensoriale, si trasforma in un fattore di attrazione e uno strumento di marketing turistico per le destinazioni. Il prodotto alimentare, in altri termini, diviene punto di unione tra l’autenticità di un territorio e il turista, sempre più desideroso di proposte genuine, partecipative e strettamente collegate alle specificità del territorio che visita.
Questo è il quadro che si sono trovati a vivere gli ospiti che hanno preso parte all’evento con a tavola i produttori e sponsor degli chef che hanno creato dei piatti con i loro prodotti e fatti sposare con il vino del loro territorio, Paternopoli. Regalando agli ospiti infinite sfumature e declinazioni di “Aglianico”.
Entusiasti del progetto “Macenata” gli interpreti del vitigno, che hanno aderito senza iesitazione quali Manimurci, Luigi Tecce, Fonzone, Stefania Barbot, Paterno, Regina Collis, Case d’Alto. Regalato un’esperienza sensoriale unica ed emozionale.
I due chef del territorio Valentina Martone (del Megaron) e Antonio Natale (Pater Familias) hanno invitato i loro colleghi a creare con i “prodotti irpini”, dei piatti. Trasformando la piazza del paesino in un elegante e suggestiva “sala ristorante”.
Hanno partecipato lo chef Francesco Fusco (del Moera di Avella), a seguire Antonio Pisaniello o meglio il nostro Oste Terrone e la gentile partecipazione del maestro pasticcere Raffaele Vignola (Pasticceria Vignola), che ha creato solo per la Macenata , “Brioscina all’aglianico con sorbetto all’aglianico”Tutti i produttori sono stati ben felici di collaborare, sponsorizzando con i loro ingredienti.
Dalla “cipolla ramata di Montoro” e “la patata Rosina”di Casa Barbato, elementi che non possono mancare nelle cucina irpina, alla pasta artigianale di Antica Maccaroneria, di Rocca San Felice, regina della “Zuppa talli e patate”, nel formato di pasta mista, mentre i suoi “Riccioli” sono stati usati per i piatti dello street food. Una pasta che nasce in un sito strepitoso per la vicinanza al sito della Mefite, nella Valle dell’Assanto, che regala ai prodotti peculiarità uniche. Come succede per i formaggi di Carmasciando, che ha partecipato con un plateau dei suoi pregiati ed eleganti formaggi, e alcuni sono entrati nei piatti degli chef. E meraviglioso matrimonio, che ha incontrato l’approvazione dei presenti, quello proposto dal Caseificio “Principato” di Montoro con la suA “Treccia alla cipolla grigliata di GB Agricola”. Come buona tradizione irpine non sono mancati i salumi, che sono stati offerti dal Salumificio Giovanniello di Sturno, con salumi più usati e altri meno ma dal sapore inconfondibile.
In una festa della vendemmia nel rito della Macenata non poteva mancare la “merenda del contadino” in una versione più gourmet che ha sposato i pecorini dell’azienda “la Malvizza”, che ha voluto proporre due pecorini con stagionature diverse e un prodotto molto versatile il “Gelo”, in varie proposte dal tartufo, al cacio e pepe, che nasce dall’intuizione di Loredana Tozza, che insieme a Gerardo Marano portano avanti questo ambizioso progetto de “la Malvizza” a Monteforte Irpino.
Gli attori coinvolti, spinti dalla necessità di raccordare la propria offerta e le proprie attività in un contesto di relazioni che travalica il rapporto diadico coi singoli clienti/utenti, tenderanno ad indirizzarsi verso un approccio di direzione delle relazioni più ampio, centrato sul network e sulla rete di rapporti con gli altri partecipanti all’offerta territoriale. Questo esperimento dimostra che per il successo delle strategie dei “singoli produttori” è infatti determinante che tutti i soggetti dell’offerta si coordinino fra loro, attraverso interazioni cooperative, per ottenere quel complesso di sinergie che permettono di offrire un prodotto tipico con un elevato valore percepito.
Un grandissimo plauso va alle aziende vitivinicole del territorio che hanno sposato le preparazioni degli chef e non solo, perché “lo Stracotto all’Aglianico” dell’Oste terrone si è nutrito di vino durante la sua lunga cottura.
La grande partecipazione alle cene sta a evidenziare che i consumatori moderni, specie in campo enogastronomico, sono sempre più alla ricerca di prodotti capaci di soddisfare esigenze di varietà, di novità e di elevati livelli di “genuinità”, imponendo all’offerta politiche di differenziazione nel rispetto di elevati standard qualitativi sotto il profilo della sicurezza e della salute alimentare. Nulla è stato lasciato al caso in questa manifestazione dove erano “Tutti insieme per il Territorio”, da amare, da custodire e da far vivere.
Un grande grazie va all’Associazione de’ ” la Macenata” nella persona del presidente Ludovico Cresta e di tutto lo staff, che hanno dimostrato che tutti insieme se si vuoole si può. W la Macenata!