Da tempo i sondaggi concordano nell’ accreditare Italia Viva, il gruppo dei fuorusciti dal PD guidati da Renzi, al di sotto del 3%, soglia minima per accedere in Parlamento. Se le cose dovessero rimanere così Renzi ed i suoi, alle prossime elezioni, rimarrebbero fuori dal Parlamento. Ma Renzi, che è un politico capace e spregiudicato, la domanda se la sarà posta e, credo, stia escogitando una strategia perché questo non accada.
Ha cominciato a fare politica quando aveva i pantaloni corti: e ha bruciato tutti nello scatto: da giovanissimo Presidente della provincia di Firenze a Sindaco della città fino alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, il più giovane presidente del Consiglio a meno di quarant’anni. Il personaggio è scaltro e ambizioso e tatticamente valido. Ha scalato il PD con rara efficacia e ha preso il potere in nome della “rottamazione” del vecchio, allontanando i notabili del partito con le buone o le cattive, Non è un caso che tutti i segretari (da D’Alema, a Veltroni, Epifani, Bersani e, da ultimo, a Zingaretti) abbiano smesso di fare politica o si siano accasati altrove. E’ ritornato Letta, che lui aveva fatto fuori dalla Presidenza del Consiglio subito dopo il famoso detto: “Enrico stai sereno”, e con lui alla guida del partito sarà difficilissimo il ritorno, che, in verità, neanche lui vuole.
Ma allora quale sarà il suo futuro politico? Si ritirerà a vita privata? Farà il conferenziere ben remunerato, il businessman o il consigliere di Salaman dell’Arabia Saudita? C’è poco da credere. Tutto lascia intendere che continuerà a fare politica. Non la lasciò – come pure promise — dopo la batosta del referendum che bocciò la sua riforma elettorale e – c’è da giurarci – non la lascerà a fine legislatura. Finora ha fatto il buttafuori della politica con risultati apprezzabili e il suo gruppo lo segue fedelmente e di renziani è costellato ancora il suo vecchio partito. Ha impedito che, dopo le ultime elezioni politiche, vinte dal M5S e la Lega, il PD formasse maggioranza con i grillini, facendo nascere il governo giallo verde di Di Maio e Salvini, a Presidenza Conte, un neofita della politica. Poi ha fatto cadere il primo Conte favorendo il governo dei 5 stelle con il PD. Infine ha silurato il secondo Conte favorendo l’ascesa di Draghi.
Cosa ha in mente per il futuro? Tutto lascia pensare che ci stia lavorando. Andrà con il centro destra? Resterà con la sinistra? Forse nulla di tutto questo. Sicuramente farà di tutto per scompaginare l’attuale assetto politico ed inserirsi di prepotenza nel prossimo. Le dichiarazioni e le prese di posizione di queste ultime settimane ci dicono che si crede ancora determinante. Alla Leopolda ha ribadito che non sarà mai con la Meloni e con Salvini; che non vuole che si voti nel 2022; che è un errore che il PD vada con i 5 stelle abbandonando la casa da cui è partito: che è il Centro dove si compete per vincere. Il Centro “è uno spazio politico che non sta nella definizione della vecchia politica, ma che è il luogo dove si vincono le elezioni in Europa e nel Mondo”. Sull’elezione del Presidente della Repubblica dice che bisogna farlo tutti insieme, con intelligenza e tatticismo, scegliendo candidati per competenza e non per chiacchiere. I suoi voti sono ancora una volta determinanti e sicuramente li farà valere. Anche questa partite potrebbe rientrare nella strategia per la sua sopravvivenza, magari alleandosi con Berlusconi, in un nuovo patto del Nazareno, per favorirne la elezione a temine e subentrargli alla guida di Forza Italia che farebbe da apripista e da collante per la formazione del grande centro che sommerebbe con i seguaci di Calenda e di Bonino i vari fuorusciti dei 5 stelle e di altri peones del gruppo misto.
E’ fantasia? Chi vivrà vedrà!
di Nino Lanzetta