Il patrimonio di un giornale è costituito dai suoi lettori. Essi sono giudici del lavoro da noi svolto e ad essi oggi voglio consegnare poche riflessioni su questo Natale, segno di pace, insidiato da un morbo che sta cambiando i nostri comportamenti. Il Covid in questo anno ha seminato morte e terrore, paure e incertezze, mentre ancora non siamo fuori dal tunnel. E viviamo con la speranza che tutto questo finisca presto. Igor, Erio, Gennaro e tanti altri nostri fratelli non ci sono più per quanto resta il loro impegno nella memoria collettiva. L’Irpinia vive una specie di abbandono, stretta com’è nella morsa di una rappresentanza politica che arrossisce di vergogna rispetto ad un recente passato. Non c’è protagonismo positivo, ma continua genuflessione ad un potere arrogante che spesso viene da lontano. Il capoluogo è imbalsamato nelle sue opere incompiute, mentre lunghe mani si stendono nei suoi luoghi più fragili. Qui tutto si dissolve: la prospettiva del Pnrr si frantuma nell’assenza di progetti. No, non è un lamento è la narrazione del vissuto quotidiano. Ma oggi è Natale. E’ il momento di predisporre la coscienza verso il bene comune. Di ritrovarsi nella speranza che tutto possa cambiare. Auguri, cari lettori, di buona salute, di serenità e di pace.
di Gianni Festa