E’ l’omaggio a Gerardo Bianco a introdurre il confronto dedicato al volume di Domenico Gallo “Il mondo che verrà”, edito da Delta 3. Avrebbe dovuto esserci anche lui tra i relatori dell’incontro, lui che amava confrontarsi con i giovani e con il territorio, e credeva nel potere della cultura di risvegliare le coscienze. A ricordarlo è il direttore del Quotidiano Gianni Festa “Era un intellettuale rigoroso, il più discreto dei magnifici sette, per lui la politica era missione, significava stare al fianco degli ultimi, rispondere ai bisogni della comunità. Anche quando era stato ministro dell’istruzione, aveva proposto una diversa visione della scuola in cui a contare erano il dialogo e le relazioni, con l’obiettivo di convergere sulle soluzioni migliori. Con lui se ne va un pezzo della nostra storia. Non aveva mai perso la speranza che l’Irpinia potesse migliorare e questa speranza lo ha accompagnato fino agli ultimi giorni. Se guardiamo all’attuale classe dirigente, non possiamo non notare l’enorme distanza con i politici di ieri. Ma c’è una cosa che rimprovero alla classe dirigente di ieri, non aver saputo trasmettere ai giovani i valori in cui credevano così da formare una nuova generazione che potesse continuare a guidare il paese”. Quindi è la professoressa Roberta De Maio, curatrice dell’incontro, a sottolineare l’attualità del saggio di Gallo “Le sue disamine argute hanno accompagnato, con cadenza costante, gli eventi cruciali della storia degli ultimi anni, restituendoci sempre un senso di speranza. Leggevamo i suoi fondi per scoprire che non bisogna mai arrendersi, che è ancora possibile continuare a lottare, a credere in una società diversa. Domenico non si è mai arreso”. E’ quindi il magistrato Matteo Claudio Zarrella a porre l’accento sulle contraddizioni di un paese che ripudia la guerra, secondo quando ribadito dalla Costituzione, ma che è di fatto in guerra, come dimostra l’invio delle armi in Ucraina e la presenza di basi missilistiche sul territorio. “Gallo ci ricorda – spiega Zarrella – che la pace è la premessa per tutti gli altri diritti, senza pace non ci possono essere democrazia, nè libertà. Purtroppo, apprezziamo i valori solo quando ne siamo privati. Gallo ci invita, perciò, a non girarci mai dall’altra parte”. Generoso Picone sottolinea la varietà dei temi affrontati nel libro, dalla questione turca alla richiesta, più volte avanzata da alcuni gruppi parlamentari, di ridurre le spese militari “Dobbiamo riconoscere a Gallo la capacità di intercettare gli argomenti più caldi, di leggere ogni fatto di cronaca, riconducendolo, attraverso il suo schema interpretativo, ad un fenomeno più generale. Ma soprattutto ci ricorda come sia necessario reinventare il lessico della politica, come il mondo stia andando alla rovescia mentre noi continuiamo a vivere la dimensione dell’ipocrisia. Ci interroga, dunque, sul perchè questi non siano diventati temi prioritari dell’agenda politica, sul perchè abbia vinto la sindrome del potere, sul perchè abbia vinto Creonte. Bianco era tra i pochi politici che aveva guardato a questi temi, probabilmente perchè veniva dal mondo della cultura ma era un’eccezione rispetto alla regola. Di qui la necessità di riportare al centro del dibattito temi come pace e giustizia”. E ricorda con amarezza come ” è troste constatare come solo tra le voci della generazione degli anni ’70 oggi si levino appelli in questa direzione”. Festa sottolinea, quindi, la funzione sociale svolta dagli articoli di Gallo pubblicati su Corriere dell’Irpinia e Quotidiano del Sud “quella che ha rappresentato una sfida altissima per un quotidiano locale. Quelli affrontati da Gallo sono temi universali che appartengono all’umanità, indipendentemente da spazi e tempi, che sono alla base di ogni civiltà. Sono un pezzo di nobiòtà culturale da cui ripartire per costruire una società migliore”. E lancia un appello ai giovani “Da voi, dalle scelte che farete dipenderà il nostro futuro e la possibilità di costruire una società differente. L’unica strada da seguire è quella di combattere contro tutto ciò che rappresenta un’offesa ai bisogni primari dell’uomo”. L’editore Silvio Sallicandro ricorda come sia in preparazione un nuovo saggio di Gallo e la sfida rivolta alle nuove generazioni nel segno della pace. E sono proprio i giovani i veri protagonisti dell’incontro, sono gli studenti del liceo Colletta, preparati dalla professoressa Roberta De Maio, con letture, canzoni e interventi legati al volume di Gallo ad animare l’incontro, ricordandoci che è possibile credere in un futuro diverso.
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