E’ un omaggio al potere della poesia che è sempre “gesto politico”, capace di conciliare rigore e armonia, come è nella natura dell’haiku, la presentazione della raccolta di Valentina Mariani “Pebbles-Sassolini”, Puntoecapo edizioni. A confrontarsi sull’opera, impreziosita dalle immagini dell’artista Francesca Galliani, la critica cinematografica Michela Mancusi e la giornalista Floriana Guerriero. Una raccolta, frutto di un lavoro durato 4 anni, che riunisce componimenti scritti dal 2018 al 2022 nel rigido rispetto della metrica che contraddistingue questa forma di poesia “Mi piace nell’haiku – spiega Valentina – che alla rigidita formale si contrapponga l’interpretazione anarchica a cui si presta ogni componimento. L’haiku è per me spazio di libertà, mi consente di mitigare la mia inquietudine attraverso il tentativo di condivisione. Questi sassolini sono piccoli doni che il lettore può fare suoi, piccoli argini con cui puntellare la propria esistenza in una costante ricerca dell’essenziale”. Confessa il legame profondo con la città “Vivo a Bologna ma qui sono le mie radici, la mia passione per la poesia nasce anche grazie a luoghi come la libereria Petrozziello e lo Zia Lidia, primo sassolino per risvegliare la città dal suo torpore. Sono versi che nascono dalla piaga del sisma dell’80 che ci ha forgiato e anche dal tempo della pandemia”. E’ Guerriero a soffermarsi sull’attenzione alla creazione delle immagini e alle scelte lessicali che caratterizza la raccolta “Ci troviamo di fronte ad una contrapposizione costante tra spazio interiore ed esteriore che però improvvisamente si annulla, così possiamo scoprire che in fondo al cuore ‘c’è una strada d’acqua dove perdersi’. Accade così che natura e io finiscano per fondersi. Felice la scelta di associare campi semantici apparentemente lontani, tra metafore e sinestesie, con un metronomo che scandisce le emozioni e le fragranze del timo al limone che sembrano effondere suoni. A dominare la raccolta sono elementi naturali che diventano il punto di partenza di epifanie e rivelazioni, in una costante ricerca di simmetrie che sono sempre imperfette, poichè malgrado la ricerca di equilibrio è l’instabilità che prevale, un’instabilità che è salvifica e feconda. E se costanti sono i richiami a vuoti e mancanze, basta poi la tenerezza di una carezza o l’odore delle castagne a restituire senso al vivere”. Mancusi pone l’accento sulla molteplicità che caratterizza i versi di Valentina, capaci di gettare luci nel buio e far scaturire fiori da pietre, “sassolini che ci costringono a interrogarci, che rotolano e ci chiedono di resistere, di lasciarsi travolgere perchè si compia una mutazione di senso nelle nostre esistenze. E’ una fede nel buio a guidare la raccolta, una fede nel silenzio, ora buio, ora colorato ma sempre pregnante di significati e suoni. Di qui la dedica a chi rotola, a chi non si arrende ma attraversa le stagioni e resiste. Sono versi che impongono il tempo della riflessione e non possono non richiamare echi cinematografici, da Ozu a Kim Ki Duck fino ad Antonioni”. Centrali, ricorda Valentina, gli elementi naturali “Parto dal fuoco, che è legato al mio segno zodiacale per approdare all’elemento acqua, che abbraccia cielo e terra e assume forme molteplici, caricandosi di un forte valore simbolico. Un libro “queer” come lo definisce Valentina perchè senza barriere, capace sempre di andare incontro all’altro”. Quindi si sofferma sulla scelta di tradurre i versi in linguea “Mi sembrava un omaggio a Francesca Galliani che ormai vive a New York e al tempo stesso mi incuriosiva capire di quali nuovi significati si caricassero i versi in un’altra lingua”
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