L’Università degli Studi del Sannio inaugura l’Anno Accademico 2022/2023 e celebra i suoi primi 25 anni nel segno della pace.
Dall’Auditorium di Sant’Agostino si leva un messaggio categorico contro ogni guerra, reso ancora più incisivo dalla testimonianza della Presidente di Emergency Rossella Miccio nel suo racconto della pratica quotidiana del diritto alla cura, in territori difficili.
E dalla funzione svolta dai luoghi di sapere e formazione come le università, che devono “insegnare alla gioventù a odiare la guerra”.
Il Rettore Gerardo Canfora nella relazione inaugurale cita Virginia Wolf e afferma: “La vera pace è armonia, nasce dallo sviluppo diffuso, è garanzia di rispetto per la dignità di ogni individuo, in qualsiasi parte del mondo”.
Alla cerimonia ha partecipato la ministra dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini.
L’evento si è aperto con i saluti del sindaco Clemente Mastella.
Il Rettore Canfora per il compleanno UNISANNIO ha detto: “Questo quarto di secolo rappresenta un cammino importante per un Ateneo che, sin dalla sua fondazione, ha fatto sua una duplice sfida: entrare a pieno titolo nella comunità scientifica nazionale e internazionale, e al contempo essere istituzione fortemente radicata sul territorio, svolgendo un ruolo attivo per la crescita culturale, sociale ed economica della nostra comunità. Un quarto di secolo – ha continuato – in cui l’Ateneo ha perseguito con tenacia un’ipotesi di insediamento nel centro cittadino, con l’ambizione di contribuire a realizzare quel sistema città-università che riassume la migliore tradizione universitaria italiana. Convinti di poter offrire ai nostri studenti spazi di crescita e ritmi di apprendimento e di vita che altri Atenei, immersi in contesti urbani più complessi e dispersivi, non riescono a creare. Il tutto, senza mai rinunciare ad essere una porta aperta al mondo, con programmi di scambio e titoli congiunti con Atenei di paesi europei ed extra-europei”.
Il rappresentante degli studenti e delle studentesse UNISANNIO Pasquale Piantedosi ha affrontato un tema molto attuale: il disagio giovanile e le pressioni sociali che spingono i giovani verso la realizzazione individuale, la produttività, la performance. “Fuori dal minuscolo mondo ovattato dei laureati prodigio – ha detto Piantedosi – c’è la vastissima platea di studenti per cui il diritto allo studio dipende interamente dal welfare universitario: perdere i sussidi equivale a perdere la possibilità di accedere al sapere, di laurearsi, di provare a costruire per sé un futuro diverso, migliore, più libero. È questo il ritratto di una generazione, condannata a soddisfare, pur non avendo nulla in mano, le aspettative di una società sempre più individualista e competitive”.
La rappresentante Manuela Saccone ha ribadito la funzione quotidiana svolta da tutto il personale tecnico-amministrativo e bibliotecario dell’ateneo. “Sebbene ancora pressati dalla spinta verso il basso che il contesto internazionale ci presenta – ha dichiarato -, affievolendo la speranza che la soluzione alla crisi sia vicina e mettendoci di fronte quotidianamente agli effetti dell’emergenza umanitaria e sociale che è attorno a noi, non perdiamo lo spirito di iniziativa e costantemente con la nostra dedizione al lavoro attestiamo manifestazione di fiducia in questo Ateneo, nelle prospettive che quest’ultimo ci offre come individui e come lavoratori, nella consapevolezza che si è parte attiva di processi complessi che convergono verso obiettivi alti e qualificati: il futuro dei giovani, il superamento degli squilibri e dei divari economici e sociali”.
A seguire la lectio inauguralis “Il diritto alla cura” della presidente di EMERGENCY Rossella Miccio.
“Sono felice di sentire che un’università giovane ha identificato un percorso della pace, oltre a quello della scienza e della conoscenza – ha detto la presidente -. La nostra associazione garantisce il diritto alla cura ma promuove anche cultura di pace e rispetto dei diritti umani. Abbiamo curato 12 milioni di persone in tutto il mondo”. Poi la presidente di EMERGENCY ha riportato i costi economici dei conflitti in tutto il mondo, cresciuti dal 2001. “Si sono spesi – ha detto – 2.113 miliardi di dollari per la guerra a fronte dei 185 miliardi per la cooperazione. Un dato che la dice lunga sulle interzioni reali di fermare la guerra”.
Nella prolusione sui rischi geologici il prof. Francesco Guadagno ha affrontato il tema dell’importanza del tempo, fattore fondamentale nella storia evolutiva del Pianeta Terra, analizzato nel contesto delle pericolosità geologiche. “Parole chiave – ha detto il prof. Guadagno – quali paura, processi, ricorrenza, memoria e consapevolezza sono alla base di una riflessione che richiama alle responsabilità geotiche delle istituzioni e dei cittadini. È necessario programmare e agire per gestire i rischi geologici, ambientali e antropici in un mondo che sembra essere sempre meno sicuro”.
Infine le conclusioni affidate alla ministra dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini: “Importante il messaggio della prolusione – ha esordito – sulla consapevolezza, la prevenzione e diagnosi precoce, fondamentali per combattere le conseguenze del cambiamento climatico”.