L’effetto Schlein in Campania ha diverse chiavi di lettura. Non solo la questione del terzo mandato del governatore De Luca che ormai sembra accantonato. Con la sconfitta di Bonaccini la mappa politica regionale va ridisegnata. Se ne è accorto Fulvio Bonavitacola, vice di De Luca, che presiedendo un vertice di maggioranza di tutti i partiti e movimenti che hanno contribuito a fare eleggere l’ex sindaco di Salerno, ha dovuto mediare non poco per sedare gli animi.
Intanto dei rappresentanti di “Noi di centro”, la pattuglia di Clemente Mastella, che ha chiesto un rimescolamento delle carte nella giunta regionale. In realtà il sindaco di Benevento intende sostituire nel governo regionale l’assessore al turismo che da lui indicato non ha sempre sostenuto una politica di appartenenza con Noi di centro. Per il governatore De Luca si apre un altro fronte che potrebbe mettere in discussione la sua stessa permanenza al vertice della Regione. Inoltre l’auspicata alleanza tra il Pd e i Cinque stelle, che prepara il terreno per la presidenza di Roberto Fico, ex presidente della Camera dei deputati, indebolisce ancora di più il governatore che con i pentastellati non è mai stato tenero, anzi gli insulti sono caduti a pioggia fitta.
Ci sono poi i posizionamenti in vista dei congressi provinciali delle altre province campane, esclusa Avellino che potrebbe trovare una risposta favorevole alle assise se la nuova segretaria nazionale dovesse intervenire. La domanda è: Schelin potrebbe avere da ridire sulla segreteria regionale affidata a Rosa D’Amelio, sponsorizzata dal governatore De Luca.
Un’altra chiave di lettura riguarda l’eventuale abbandono di iscritti al Pd, ma espressione dei moderati di Centro, che potrebbero viaggiare verso Renzi e Calenda o in quel raggruppamento di Centro che in Camoania ha diversi padri: da Gargani, allo stesso Mastella e ai Popolari sparsi sul territorio. Fino ad ora intorno a questa ipotesi ci sono solo rumors e qualche dichiarazione prudente.
Per Schlein non sarà facile affrontare e risolvere i nodi della realtà dem in Campania. Deve essere attenta a non usare il pugno di ferro, anche se in alcune circostanze le capiterà di dimostrare fermezza. Il caso Campania entra a pieno titolo nel problema Pd-Mezzogiorno con tutte le difficoltà della qualità delle rappresentanza meridionale.