Dall’Irpinia sul tetto della Lombardia. E’ l’avellinese Cristian Russomanno, il miglior sommelier della Lombardia, titolo conquistato, dopo il secondo posto dello scorso anno, nel corso della finale del concorso, tenutosi presso l’Hotel Westin Palace in occasione di AIS Birth Day, la giornata dedicata ai festeggiamenti per l’anniversario della nascita dell’Associazione Italiana Sommelier.
“La gara è stata avvincente. Ci è stato chiesto – spiega Cristian – di degustare due vini alla cieca, poi due vini dello stesso vitigno ma di aree differenti, infine, distillati e brre. E’ stata, poi, la volta di un menù di 5 portate, a cui abbiamo dovuto abbinare tre vini regionali e tre vini nazionali, scegliendo, poi, il miglior abbinamento tra una bevanda e un piatto proposto. Ci è stato chiesto di presentare una bottiglia di vino ai commensali e di raccontare alla platea due etichette di vino lombardo. Grande attenzione è oggi rivolta alla comunicazione, lo storytelling si è rivelato decisivo anche nell’assegnazione del titolo per il miglior sommelier”. C’è l’orgoglio del risultato raggiunto ma anche la volontà di continuare a studiare e lavorare, restando con i piedi per terra “Per me si tratta di un punto di partenza, per ripartire verso nuove sfide, con il sogno di riuscire a vincere il campionato nazionale, a cui parteciperò nei prossimi mesi”
Un percorso, quello di Cristian, partito dall’Irpinia, fatto di passione e creatività per approdare in Lombardia, dove si è affermato, lavorando nei ristoranti più alla moda. Oggi è consulente per vari ristoranti e head sommelier, divulgatore e docente negli istituti alberghieri, direttore dell’enoteca della cucina Opis ad Arcore
Sottolinea come “Mi piacerebbe diventare un grande divulgatore nel settore dell’enogastronomia, penso a personaggi come Roberto Anesi, Maurizio Dante Filippi e Luisito Perazzo, quelli che hanno rappresentato i miei modelli fin dal mio ingresso nell’Associazione Italiana Sommelier”. La vittoria, lo ribadisce con forza, è dedicata a tutti coloro che “hanno compreso e condiviso con me sacrifici e fatica: i colleghi AIS dell’ultimo anno, mia Nonna Maria Florinda, i miei genitori, la mia compagna e mio zio Igor che non c’è più, un faro, un autentico maestro di vita, che mi ha introdotto in questo mondo. E’ stato lui trasmettermi la curiosità per l’universo delle degustazioni, lo avevo accompagnato ad una serata a san Potito, organizzata dall’Associazione Sommelier ed è scattato qualcosa in me. E’ stata per me una scoperta, mi sembrava che in un calice fossero racchiusi geografia, storia e gastronomia. Da allora ho cominciato a studiare. Nel 2017 ho vinto il premio di miglior sommelier di Avellino, mi sono diplomato con la scuola Alma, ho continuato a perfezionarmi seguendo corsi in inglese sulla sommelieria, per accrescere le mie competenze. Quello della ristorazione è un universo in cui contano competenze e spigliatezza”. Un universo, quello del vino, a cui Cristian ha sempre affiancato quello della musica, componendo canzoni e incidendo album. Due universi che si incontrano “Sono contentissimo che un mio progetto musicale sia stato scelto come inno ufficiale dell’ AIS”. Quanto alle differenze tra Nord e Sud Italia “Milano resta il centro dell’enogastronomia ma grazie ad alcune figure specializzate, anche in Irpinia e nel Sud si sono fatti passi in avanti importanti nel settore dell’alta ristorazione”