C’eravamo tanto amati. I consiglieri del centrosinistra sono ai ferri corti. L’appello della sindaca Laura Nargi per formare una nuova maggioranza in chiave anti-Festa ha, al momento, ottenuto un unico risultato certo: la spaccatura del fronte dell’opposizione. Lo dimostrano gli stracci che stanno volando tra il Pd e gli altri alleati della coalizione di centrosinistra (e anche all’interno dello stesso Pd): l’ultima querelle è quella esplosa tra il consigliere dem Nicola Giordano e i due consiglieri del gruppo “Per Avellino” Amalio Santoro e Antonio Bellizzi. Santoro ha attaccato Giordano e Giordano ha risposto attaccando lui e Bellizzi.
GLI ACCORDI PER LA PRESIDENZA DELLA COMMISSIONE BILANCIO
La pietra dello scandalo riemerge dai fatti dell’anno scorso che portarono all’elezione di Giordano alla presidenza della Commissione consiliare Bilancio: Santoro ha denunciato il ‘tradimento’ del Pd, con il quale c’era un accordo per far eleggere Bellizzi, Giordano replica che per farlo eleggere si erano accordati con i festiani, Bellizzi risponde in un’intervista a Irpinianews con altro veleno: “Giordano vuole trasformare la nostra coerenza in un presunto ‘accordo’ che non è mai esistito, mentre nel frattempo pensa seriamente di passare dall’opposizione a un’alleanza organica con chi ha speculato sulla città per anni. Chi, come noi, è rimasto fermo nei principi e nelle scelte, si vede accusato da chi oggi è pronto a riposizionarsi pur di non perdere una poltrona. Altro che indipendenza: questa è una clamorosa capriola politica, fatta per non perdere una poltrona, e poco importa se nel frattempo si azzera ogni credibilità… Cosa intende fare domani? Restare all’opposizione o accordarsi con chi ha contribuito allo sfacelo amministrativo della città? Rimanere coerenti o diventare pedine di questo teatrino Nargi-Festa?”.
Si rinfacciano i comportamenti tenuti fin dall’inizio della consiliatura, ma che evidentemente andavano bene fino a che il “nemico comune” era la maggioranza Nargi-Festa: ora che Nargi vuole rompere con Festa, il “nemico comune” non è più lo stesso. Gli amici di ieri diventano i nemici di oggi: i punti di incontro tornano nel cassetto e le divergenze (già emerse a inizio consiliatura) tornano protagoniste.