Un incontro per guardare avanti, con la consapevolezza di non poter più rimandare. Questa mattina, Sant’Angelo dei Lombardi ha ospitato un confronto che ha messo attorno allo stesso tavolo mondo accademico, amministratori locali e associazioni, con un obiettivo comune: immaginare progetti concreti per ridare vita ai borghi del Mezzogiorno e arginare lo spopolamento.
Protagonisti dell’appuntamento sono stati il Cirps, il Centro interuniversitario di ricerca per lo sviluppo sostenibile che riunisce 27 atenei italiani, la Svimar, l’associazione che da anni lavora sulle aree interne del Sud, e i sindaci dell’Alta Irpinia, convocati dal primo cittadino Rosanna Repole.
Idee innovative per territori fragili
Dall’incontro è emersa una visione ampia, che spazia dai trasporti alla sanità, dalla scuola al turismo, fino all’agricoltura. Tra le proposte: la riattivazione della ferrovia Avellino-Rocchetta Sant’Antonio, non solo in chiave turistica ma anche commerciale; sistemi di trasporto on demand e integrati ferro-gomma, con autobus elettrici per collegare pendolari e studenti ai centri di lavoro e di studio; la creazione di campus nei borghi, per consentire ai ragazzi di seguire percorsi formativi senza dover abbandonare i comuni di residenza.
Un disegno che non riguarda solo le infrastrutture, ma anche i servizi: una sanità territoriale più vicina alle esigenze delle comunità, scuole e spazi culturali diffusi, turismo esperienziale legato al paesaggio e all’enogastronomia. Tutto in un’ottica di sostenibilità e innovazione, con l’intento di attrarre non solo cittadini ma anche visitatori e nuovi abitanti.
Fare rete per intercettare risorse
Il progetto poggia su una convinzione: per il rilancio delle aree interne è necessario un sistema integrato, capace di fare rete e di parlare con una sola voce. Il Cirps si è impegnato a redigere i piani di fattibilità, mentre la Svimar a supportare la progettazione e il reperimento di risorse, soprattutto comunitarie. Sullo sfondo, un’occasione senza precedenti: i 90 miliardi di euro destinati dall’Europa alla ruralità, fondi che potranno essere intercettati solo con progetti di area vasta e con un coordinamento efficace tra istituzioni, enti locali, accademia e società civile.
«Il progetto consiste nel mitigare lo spopolamento con soluzioni futuristiche e avveniristiche – ha sottolineato Giacomo Rosa, presidente Svimar – che riguardano il trasporto on demand, il campus dei borghi, la sanità territoriale, la scuola, il turismo e la cultura. L’Europa ha a disposizione 90 miliardi per la ruralità e noi dobbiamo essere bravi a intercettare queste risorse per il nostro Mezzogiorno e per le aree interne».
Durante l’appuntamento sono stati presentati dal prof. Stefano Corsetti i progetti del Cirps, caratterizzati da una forte visione strategica e dall’obiettivo prioritario di contrastare lo spopolamento che interessa le aree interne. Le proposte hanno riscosso l’interesse e l’adesione dei sindaci presenti, che hanno condiviso diverse strategie per affrontare questa sfida comune.
Un percorso che parte dal basso
Non si tratta di un’iniziativa isolata. Il modello presentato oggi a Sant’Angelo sarà replicato nel pomeriggio a Sant’Arsenio, nel Vallo di Diano, su iniziativa del sindaco Donato Pica, a conferma di un approccio che parte dai territori e si diffonde a macchia d’olio.
Negli ultimi mesi la Svimar ha intensificato la sua azione, diventando punto di riferimento per decine di Comuni in sei regioni del Sud. Il suo presidente, già riconosciuto a livello nazionale con la nomina nell’Intergruppo parlamentare su Mezzogiorno e aree interne, continua a ribadire la necessità di un coinvolgimento “dal basso”, capace di generare partecipazione e responsabilità condivisa.
Una nuova stagione per le aree interne
Il messaggio che arriva dall’Alta Irpinia è chiaro: il Sud non può più limitarsi a denunciare i suoi ritardi, ma deve costruire strategie comuni, puntando su innovazione e sostenibilità. La sfida è complessa e i nodi strutturali restano, ma il percorso intrapreso a Sant’Angelo dei Lombardi segna un passo importante.
Perché se è vero che lo spopolamento appare come una ferita difficile da rimarginare, è altrettanto vero che fare rete, creare sistema e saper cogliere le opportunità europee può trasformarsi in un nuovo inizio. Un inizio che parte proprio dai borghi, da quelle comunità troppo spesso marginali che oggi rivendicano il diritto a un futuro.
Anna Bembo