“L’assemblea dei soci – definizione questa sicuramente impropria e fuorviante – tenutasi presso la sede dell’Alto Calore Servizi, non poteva decidere o approvare nulla, al punto da ritenerla una vera e propria offesa per tutti gli Amministratori presenti e, di conseguenza, per le migliaia di cittadini rappresentati”.
Così il sindaco di Montemiletto Massimiliano Minichiello.
“Non si è trattato, di fatto, di una assemblea dei soci ai sensi dell’art 13 dello Statuto, poiché la stessa potrebbe essere solo ordinaria o straordinaria e per argomenti diversi da quelli oggetto della convocazione; non esistono “assemblee urgenti” senza prevedere un atto da approvare o condividere, al solo fine di dare, come avvenuto nell’occasione, la semplice lettura di una informativa da parte dell’Amministratore Unico, che poteva essere tranquillamente trasmessa ai comuni soci tramite e-mail. Il secondo punto all’ordine del giorno, invece, concisamente definito “emergenza idrica”, è stato previsto esclusivamente per riempitura.
Di questo “errore”, solo apparentemente formale e usato strumentalmente nei confronti dei comuni soci e degli stessi cittadini delle nostre comunità, dovrebbero risponderne e darne conto i vertici degli Uffici dell’Alto Calore, a partire dal Direttore Generale il quale, peraltro, a meno di atti formali comunque inusuali, non si comprende nemmeno a che titolo si sia recato presso le sedi di alcuni partiti politici.
Allora perché convocare una tale riunione? Una prima risposta è stata fornita dallo stesso Amministratore Unico al termine dell’incontro ovvero per cercare di ricevere un benestare dai partiti politici su un tema molto delicato. Non tutti i partiti, però, in verità, visto che lo stesso Amministratore Unico ha dichiarato alla stampa di aver incontrato solo i rappresentati del Movimento Cinque Stelle, del PD, i consiglieri regionali e il Sindaco di Benevento On. Clemente Mastella, per riferire le decisioni già prese dall’Alto Calore, al fine di “non turbare alcuna sensibilità”; probabilmente al solo scopo di garantirsi una continuità di mandato ed un sostegno da parte di chi lo ha visto eletto alla guida dell’ACS.
Non risulta, invece, stando alle affermazioni rese, che il management della Società abbia incontrato i vertici di Forza Italia o degli altri partiti, i tantissimi sindaci dei comuni soci, e tantomeno comitati o organizzazioni del settore; evidentemente non hanno sentito il bisogno di comunicare anche ad altri le loro decisioni e tantomeno dare conto ai cittadini irpini e sanniti, ritenuti come semplici ed inermi spettatori.
Queste considerazioni potrebbero apparire banali, ma non lo sono, tenuto conto che l’Alto Calore è una società economicamente disastrata, che versa in tali condizioni proprio a causa della mala gestione politica, e pertanto non dovrebbe subire ingerenze proprio da parte degli stessi partiti e della politica che hanno determinato tali danni. Apprendere, invece, che ci si è recati presso alcune Corti politiche o da alcuni Baroni locali rimanda alle consuetudini praticate nell’Europa medievale e non promette bene, né per il futuro della società, né delle comunità irpine e sannite.
Le preoccupazioni legate alla coincidenza temporale dei problemi dell’emergenza idrica, dell’aumento delle tariffe e delle prossime elezioni regionali sembrano essere state, invece, le vere ragioni di questo indecoroso teatro che ha visto i sindaci usati come delle innocue comparse.
E’ noto che le tariffe del servizio idrico sono determinate dall’Ente Idrico Campano, che ha trasferito agli Enti d’Ambito tutte le funzioni di programmazione, organizzazione e controllo del servizio; l’EIC, a sua volta, applica i criteri stabiliti dall’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (ARERA) attraverso il Metodo Tariffario.
Quindi, l’ACS può solo applicare le tariffe approvate dall’EIC, non può modificarle, né respingerle, può solo ritardarle con tutti i rischi connessi a tale decisione, che potrebbe aggravare la condizione attuale in caso di eventuali sanzioni.
Nel caso in cui l’ARERA, come già accaduto per il servizio idrico, dovesse decidere un nuovo aumento delle tariffe dell’elettricità o del gas, i sindaci, i cittadini irpini e sanniti non potrebbero impedirlo. L’unica cosa che invece compete agli amministratori ed ai cittadini è pretendere che la qualità del servizio erogato dagli Enti gestori o dalle aziende sia eccellente e corrispondente agli standard qualitativi previsti proprio dalla stessa ARERA.
La società ACS potrebbe provare a migliorare la qualità del servizio garantendo interventi rapidi sulle perdite delle risorse idriche, ridurre gli sprechi gestionali, migliorare la trasparenza negli atti e soprattutto – lo ripeto nuovamente – non subire ingerenze da parte della politica.
Per l’ennesima volta, invece, si è voluto giocare una partita di chiara matrice “politica”, a danno dei cittadini, e a cui Montemiletto, intervenuto nella discussione solo per mero senso del dovere, non ha inteso prendere parte ulteriormente e non intende farlo in futuro, almeno in questi termini; o cambiano le regole del gioco e tutti si assumono le proprie responsabilità concrete oppure questo potrebbe essere il preludio alla privatizzazione di un servizio che deve restare pubblico ed essere percepito come una eccellenza del territorio, al pari di altri prodotti o servizi.
In conclusione, il nostro comune non si esime dal fornire un contributo serio, rendendosi fin da ora disponibile a garantire spazi e strutture idonee a Enti, Istituzioni e Comitati che intendano offrire un proficuo apporto alla conoscenza e alla risoluzione della delicata questione, con l’impegno e la responsabilità che ci hanno sempre contraddistinto”.