Era uno dei massimi esponenti della nuova drammaturgia napoletana, espressione di uno sguardo capace di dare nuova linfa al teatro post Eduardo. Un teatro che riconosceva i suoi modelli nei grandi autori e compositori napoletani ed internazionali, come Artaud, Genet, i poeti maledetti di fine ‘800 e Pasolini, conciliando il sacro e il profano, l’alto e il popolare, esplorando le profondità dell’animo umano. Si è spento ieri all’età di 75 anni Enzo Moscato, dopo una lunga malattia. Autore, regista e attore, aveva fatto dei Quartieri Spagnoli che tanto amava lo scenario privolegiato dei suoi drammi, raccontando i disagi sociali di quegli abitanti con storie piene di vita, complesse, contraddittorie mai dritte. A colpire il pubblico il coraggio dei suoi testi, arcaici e moderni al tempo stesso e il plurinilnguismo che dominava il suo universo. Scannasurice, Signurì signurì, Piece noire, Rasoi, Ragazze sole con qualche esperienza, Embargos, Luparella, Ritornanti, Toledo Suite sono alcuni dei suoi lavori scritti, messi in scena e interpretati in quarant’anni di carriera. Più volte aveva ribadito come “Il Teatro deve trasportarti in un altro piano dell’essere”.
Dopo aver frequentato il liceo classico «Antonio Genovesi» di Napoli, si era laureato in filosofia all’Università degli Studi di Napoli Federico II, conseguendo l’abilitazione in scienze umane e storia, con una tesi sui rapporti tra i movimenti politici di liberazione sessuale e la psicoanalisi. Dal 1975 al 1977 aveva insegnato filosofia e storia nelle scuole superiori di Napoli e Oristano. Nel 1980 la scelta di dedicarsi al teatro, imponendosi all’attenzione di critica e pubblico come attore, autore e regista. Grande anche la passione per la musica con all’attivo cinque cd come chansonnier/rivisitatore dell’universo canoro partenopeo e non: «Embargos», «Cantà», «Hotel de l’univers», «Toledo Suite» e «Modo Minore».
Dal 1990 era il direttore artistico della compagnia teatrale Enzo Moscato e ha anche ricoperto incarichi di direzione artistica per il Teatro Mercadante – Stabile di Napoli negli anni 2003-2006, per il Festival Internazionale di Teatro – Benevento Città Spettacolo negli anni 2007-2009.
Aveva prestato il suo volto anche al cinema come in Morte di un matematico napoletano di Mario Martone con cui ha avuto un grande sodalizio artistico. Numerosi i registi con cui ha collaborato, Pappi Corsicato, Raul Ruiz, Antonietta De Lillo, Massimo Andrei, Pasquale Marrazzo. Le sue opere, da “Scannasurice” a “Napoli 43” sono pubblicate da Ubulibri, Guida e Pironti.
Tra i tanti riconoscimenti il Premio Idi 1988, Premio Ubu per il Teatro 1988 e 1994, Premio della Critica 1991, Premio Annibale Ruccello Positano 2003, Premio Benevento Città Spettacolo 2009, Premio Napoli Cultura 2013, Premio Ubu alla Carriera 2018, Premio Concetta Barra 2020. Si è spento mentre nella sala Assoli dei Quartieri Spagnoli era in corso una rassegna a lui dedicata “We love Enzo”, dedicata alle sue opere interpretate da attrici come Isa Danieli, Cristina Donadio, Imma Villa.
“La sua arte e i suoi personaggi indimenticabili sono orgoglio per la cultura della nostra città. Il suo ricordo resterà nella mente e nel cuore di Napoli”: queste le parole del sindaco di Napoli” ha sottolineato il sindaco Gaetano Manfredi
A ricordarlo il presidente della Regione Vincenzo De Luca “Ci lascia un grande artista, un grande intellettuale. Enzo Moscato è stato capace di attraversare ampie suggestioni poetiche, filosofiche e visionarie divenute linguaggio teatrale e patrimonio drammaturgico di rilievo assoluto. La sua opera ha collegato Napoli e la Campania alla grande cultura internazionale del Novecento, la sua parola ha dialogato con autori come Artaud, Genet, i poeti maledetti e Pasolini. Tenere vivo il suo percorso artistico sarà utile materia di riflessione per le generazioni che verranno”.
A ribadire lo spessore della sua arte il ministro della cultura Gennaro Sangiuliano “Enzo Moscato è stato uno degli autori più prolifici e significativi del teatro e della letteratura degli ultimi 50 anni. Ci ha mostrato come dare corpo e luce alla poesia più pura partendo dal basso, dalla strada, dalle pietre, dalle voci dei suoi vicoli. Condoglianze alla famiglia e ai suoi cari”.
”Dobbiamo ricordare Enzo Moscato non solo come grande artista di teatro, ma come poeta. Forse il più straordinario poeta che Napoli abbia espresso negli ultimi decenni”, sottolinea Mario Martone, che con lui ha diviso momenti della sua storia, dalla fondazione di Teatri Uniti al cinema da ‘Morte di un matematico napoletano’ a ‘Un giovane favoloso’. ”La sua voce si è immersa nelle zone più profonde delle vite delle persone toccandone il mistero – conclude – chiunque lo abbia ascoltato porterà per sempre con sé dei versi indimenticabili, assoluti”
Lunedì 15 gennaio, dalle ore 10 alle 14, in Sala Assoli, sarà allestita la camera ardente, per consentire agli amici, agli ammiratori del teatro di Enzo Moscato, agli attori che hanno attraversato le sue opere e ai cittadini tutti, di dare l’ultimo saluto al cantore della Napoli più buia e più fulgida. Alle ore 15 nella chiesa di San Ferdinando a Napoli si terranno i funerali