La provincia di Avellino è senz’acqua ormai dalla scorsa estate e le previsioni non sono delle migliori. Fino a Natale lo stato di sofferenza dovrebbe proseguire in molti Comuni, secondo quanto risulta agli analisti, che monitorano la situazione di una rete distributiva fatiscente e obsoleta, oltre che inefficiente. Nell’attesa di soluzioni strutturali , dalla individuazione di fonti alternative e integrative all’apertura di cantieri da centinaia di milioni di euro per rifare l’acquedotto, il Presidente dell’Alto Calore Servizi, Antonio Lenzi, ha riunito stamattina in sede i tecnici per un piano anti crisi da attuare subito con il supporto della Regione Campania. Dalla riunione è emersa la decisione di allestire una task force per fermare le interruzioni, garantendo la continuità alla erogazione nelle case, anche di notte in molti Comuni penalizzati dalla penuria d’acqua.
Le nuove squadre avranno il compito di arginare le perdite nelle reti colabrodo causa principale della enorme dispersione idrica, oggi non più sostenibile per la riduzione delle falde, compresa la grande fonte del Calore, la Pollentina di Cassano Irpino. In attesa dei fondi per la riqualificazione strutturale della rete distributiva, la task force manutentiva, che sarà presentata ai sindaci attraverso una serie di incontri territoriali, dovrebbe ridurre i disagi fino alla fine dell’anno.
Intanto il Tribunale di Avellino ha omologato il concordato preventivo con continuità diretta proposto da Alto Calore Servizi. La decisione, emessa il 12 novembre 2024, pone fine a un lungo iter procedurale iniziato nel 2021 con la richiesta di fallimento da parte della procura guidata da Domenico Airoma.Il piano concordatario prevede una ristrutturazione dei debiti attraverso la continuità aziendale diretta per tutta la durata del piano, che si estende fino al 2028.
Il piano prevede una< ristrutturazione dei debiti tramite la continuità aziendale diretta per tutta la durata del piano, che si estende fino al 2028. La proposta, approvata dai creditori a larga maggioranza, prevede il pagamento integrale delle spese di procedura e dei crediti pre-deducibili, il pagamento integrale dei creditori con privilegio mobiliare generale e il pagamento in percentuale dei creditori chirografari, suddivisi in sette classi.Tuttavia, il Tribunale ha evidenziato "non pochi aspetti di criticità"“elementi di incertezza” in merito alla concreta realizzabilità del piano. In particolare, il Tribunale ha espresso preoccupazione per l’andamento negativo della gestione post-concordataria, caratterizzata da risultati negativi e dal mancato realizzo dei flussi preventivati nel piano industriale per il primo anno.
Nonostante queste osservazioni presidente della sezione fallimentare>Gaetano Gugliemo ha ritenuto che gli elementi di incertezza non siano tali da rendere la proposta concordatari irrealizzabile. La decisione di omologare il concordato è stata presa anche in considerazione della volontà espressa dalla platea dei creditori, che si è espressa a larga maggioranza in favore della soluzione concordataria.
L’omologa del concordato apre la fase di esecuzione del piano, che avverrà sotto la vigilanza dei Commissari Giudiziali. La società dovrà versare i fondi da destinare all’adempimento del concordato su un apposito conto corrente, distinto da quelli in uso per la gestione corrente, non movimentabile per scopi diversi da quelli inerenti l’esecuzione del concordato. Il Tribunale manterrà un’attenta vigilanza sull’attuazione del piano, pronto a intervenire in caso di rilevanti inadempimenti.