Il dibattito e le deliberazioni del Consiglio comunale di Avellino, in occasione della seduta monotematica dedicata al destino di Alto Calore Servizi, hanno contribuito a fare un po’ di chiarezza sulla materia. Il Consiglio comunale, su proposta del Consigliere del gruppo Si-può Amalio Santoro, si è espresso chiedendo una radicale discontinuità nella gestione dell’azienda e l’azzeramento dei vertici, a partire dall’Amministratore unico Michelangelo Ciarcia. Giudicando tale adempimento imprescindibile per procedere ad un nuovo Piano di Risanamento, Sviluppo e Qualificazione e successivamente ad un intervento di Cassa Depositi e Prestiti, anche considerando il fallimento del Piano Pozzoli, che si è tradotto in una sorta di ricatto nei confronti dei Comuni. E’ evidente che chi ha prodotto l’enorme massa debitoria, chi ha sulle spalle gravi e pesanti responsabilità politiche, non può candidarsi a fare il risanatore. E’ evidente che si impone un cambiamento profondo di qualità della gestione. Il Consiglio comunale si è inoltre espresso in termini assolutamente contrari a qualunque cambiamento dello Statuto di Acs che possa consentire l’ingresso nel capitale sociale di società private o di aziende partecipate a qualsiasi titolo dai privati, sia pure in via minoritaria. Consideriamo positivo che sul punto si siano espresse parole chiare, ma continuiamo a ritenere percorribile, e lineare, la strada dell’Azienda speciale consortile, la formula che garantisce meglio di tutte il carattere pienamente pubblico della gestione della risorsa idrica. Prendiamo atto che contro di essa si sono schierati sia la maggioranza, sia pezzi di opposizione, pure riconducibile al Pd. Sconcerta, davanti alle determinazioni del Consiglio, la reazione scomposta dell’amministratore Ciarcia, che piuttosto che fare i conti con i propri fallimenti, e con una condizione dell’Ente che farebbe arrossire di vergogna qualsiasi amministratore responsabile, attacca Santoro rievocando nostalgicamente, da par suo, i tempi delle “vacche grasse” democristiane, quelli dell’ “Irpinia da bere” a cui in troppi sono ancora affezionati. E sorprendono le reazioni di alcuni esponenti dei Comitati per l’acqua, solerti nel sostenere l’inamovibilità dell’attuale guida di Acs, associandosi in questo alla linea di un pezzo del Partito Democratico. Da parte nostra rivendichiamo una linea di coerenza con quanto affermato in questi anni: la difesa del pubblico passa solo attraverso una netta discontinuità, per la rigenerazione etica, ancor prima che gestionale, dell’Ente. E bene ha fatto il Consigliere Amalio Santoro a condurre in questa direzione il voto e l’indirizzo del Consiglio comunale della città di Avellino.
Coordinamento provinciale Sinistra Italiana-Avellino