U n’inchiesta della Dda DiNBnapoli ha svelato un sistema di corruzione nell’assegnazione degli appalti nel settore ambiente. All’alba di oggi sono state notificate 17 misure cautelari emesse dal GIP del Tribunale di Napoli, Alfredo Marrone, nell’ambito di un’inchiesta che ruota attorno alla gestione di appalti pubblici nei rifiuti e nella sanificazione sanitaria.Arrestati l’ex consigliere regionale della Campania Nicola Ferraro, imprenditore del settore e già al centro di altri guai giudiziari in passato, e un sindaco in carica, Giuseppe Guida, primo cittadino di Arienzo e coordinatore provinciale di Forza Italia a Caserta. I reati contestati a vario titolo sono di corruzione per atti contrari ai doveri di ufficio, istigazione alla corruzione, turbata libertà degli incanti, riciclaggio e autoriciclaggio. Tra gli indagati anche l’ex direttore generale dell’Asl di Caserta Amedeo Blasotti, per il quale la Procura guidata da Nicola Gratteri aveva chiesto il divieto di dimora che però il Gip non ha concesso durante gli interrogatori del maggio scorso.tutte le richieste della Dda, però, sono state accolte: è stata infatti respinta la misura cautelare per Luigi Bosco, ex consigliere regionale e attuale coordinatore campano di Azione, per il quale il pubblico ministero aveva chiesto i domiciliari. Bosco resta dunque a piede libero
Tra i destinatari delle misure cautelari anche un imprenditore di Rotondi, titolare di una società attiva nel settore ambientale. La sua azienda, secondo l’accusa, avrebbe ottenuto commesse in diversi Comuni grazie a protezioni politiche e relazioni corruttive. La lunga e complessa attività ha complessivamente portato alla luce alcune vicende illecite condotte intorno alla figura di riferimento di un potente imprenditore particolarmente attivo nel settore dei rifiuti e delle sanificazioni e già condannato per la sua partecipazione esterna al clan dei casalesi, col ruolo di imprenditore di riferimento del gruppo criminale Schiavone-Bidognetti.
Le indagini, coordinate dal PM Maurizio Giordano e condotte dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Caserta, si concentrano ora sul tracciamento dei flussi di denaro e sul presunto circuito di corruzione che avrebbe condizionato settori strategici della pubblica amministrazione nelle province di Caserta e Benevento.e indagini, seguite dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Caserta, puntano ora a ricostruire l’intero schema corruttivo e i flussi economici che avrebbero alimentato un circuito illecito capace di condizionare settori chiave della pubblica amministrazione locale.