Vertenza Arcelor, fumata nera dalla Regione. Nessuna apertura da parte dell’azienda sul ritiro dei licenziamenti: resta infatti ferma la decisione di chiudere lo stabilimento entro il 31 luglio. Neanche la mediazione dell’assessore regionale alle Attività Produttive Antonio Marchiello è servita ad avvicinare le parti: l’azienda punta dritto all’accordo per cessazione delle attività, mentre il sindacato chiede una contropartita, possibilmente un nuovo imprenditore pronto a rilevare lo stabilimento di Luogosano, specializzato nella trasformazione di acciaio zincato in preverniciato per il mercato delle costruzioni ed elettrodomestico.
“L’azienda non può immaginare di andarsene via senza creare le condizioni per un prosieguo delle attività”, precisa il segretario della Uilm Gaetano Altieri. In una nota i segretari della Fiom provinciale e regionale ribadiscono che “non saranno accettate soluzioni che portino alle dimissione di una realtà storica in una provincia già fortemente penalizzata”. Nella nota si chiede di “l’impegno a garantire una continuità lavorativa, mentre si cercano soluzioni industriali credibili e verificabili”. Chiesta anche l’attivazione di una cabina di regia a sostegno dei lavoratori.
Dopo l’incontro infruttuoso di questa mattina, è probabile che la Regione chieda l’aiuto e il sostegno anche del Ministero delle imprese e del made in Italy. Aprire un tavolo di crisi a Roma potrebbe aiutare ad allargare gli orizzonti e a intercettare nuovi investitori. I numeri però non aiutano: in gioco c’è il futuro di 70 lavoratori e la convocazione di un tavolo ministeriale presuppone numeri ben più consistenti. L’indotto, in particolare il settore dell’autotrasporto dove in ballo ci sarebbero più di cento posti di lavoro, potrebbe incidere sulla vertenza e aiutare a fare pressione sul Governo. Le parti si rivedranno, sempre in Regione, il 29 Aprile.