«La chiusura dell’ICAM di Lauro ci sconvolge sia nelle modalità che nelle motivazioni, tra le altre cose si inserisce in un già preoccupante contesto politico, caratterizzato dalla forte compressione delle libertà personali attraverso l’imminente approvazione del DdL 1660. Il Disegno di Legge introduce nuove misure anche in materia di detenzione delle madri con minori ed è stato già condannato, oltre che da diverse associazioni, da molti organi di controllo che monitorano il rispetto dei diritti umani, tra i quali Amnesty International Italia. L’accanimento e la superficialità con i quali si stanno affrontano le questioni legate ai diritti delle fasce più deboli e con minori strumenti di difesa è quantomeno inquietante, tra i tanti, è anche il diritto all’istruzione e alla continuità didattica quello che viene messo in discussione dalla chiusura dell’unico ICAM del sud Italia, per non parlare del principio di territorialità della pena».
Arci Avellino interviene sulla questione della chiusura che «pare dunque ricalcare il solco già tracciato dal pacchetto sicurezza, in quanto esprime la volontà di limitare la sfera del diritto, piuttosto che quella di trovare soluzioni che siano in linea con i principi costituzionali che tutelano le madri ed i loro figli. I minori rinchiusi tra le mura dell’ICAM di Lauro con le loro madri scontano già un castigo immeritato, infatti la detenzione in questi casi dovrebbe avvenire all’interno di case famiglia e non in vere e proprie strutture penitenziarie, adesso la chiusura dell’istituto recide completamente anche i pochi legami territoriali che questi bambini avevano faticosamente costruito attraverso la frequentazione scolastica, sono infatti stati trasferiti a Milano e Venezia.
L’ottimizzazione delle risorse non può essere motivo di messa in discussione dei diritti dei minori, già molto limitati all’interno della struttura penitenziaria, non si può sopperire alla mancanza di personale attraverso il peggioramento delle condizioni delle detenute e dei loro figli».