Stamattina consegnate le chiavi degli impianti di depurazione, da parte dei responsabili, al Prefetto di Avellino. Un gesto simbolico, nemmeno tanto, abbastanza forte e un passo che fa diventare ancora più tesa la vertenza Asidep. I 54 lavoratori, che davanti alla Prefettura hanno incrociato gli operai di Industria Italiana Autobus, in sciopero anche loro, da martedi scorso hanno incrociato le braccia a causa dei patti non mantenuti dal presidente dell’Asi, Pasquale Pisano.
Rivendicano il passaggio di testimone tra l’Asi, appunto, e Irpiniambiente ma anche i quattro mesi di stipendi arretrati ancora non corrisposti. Ricevuti a palazzo di Governo, i sindacati hanno spiegato che lo sciopero ad oltranza, proclamato tre giorni fa, continuerà se non sarà garantito il futuro occupazionale.
Ed il prefetto che, già lo scorso 15 novembre, aveva chiesto di trovare una soluzione ha preso ulteriormente atto di queste richieste. L’Asi, per le organizzazioni sindacali,”non è più un soggetto affidabile e credibile”. Per questo ne chiedono il commissariamento. Perché con un nuovo commissario ad acta, “con pieni poteri, si possa affrontare e risolvere questa annosa questione”.
Zaolino, Altieri e Morsa, i segretari provinciali di Fismic, Uilm e Fiom, sono convinti quando sostengono che” Asi ha fallito e perciò deve farsi da parte”. Hanno chiesto, tra l’altro, un intervento più deciso alla Regione Campania che, in merito alla soluzione del commissariamento, non si è pronunciata. E prende tempo. Intanto, quella dell’Asidep, è diventata una questione politica. Ma questo già si sapeva. E sta per scoppiare una bomba ecologica, in quanto le vasche di accumulo sono piene e, entro ventiquattro ore, si corre il rischio che possano tracimare.
“Inquinando fiumi e falde acquifere- ammonisce Zaolino”-. Per il quale, quella dei lavoratori dell’Asidep, “è una battaglia di civiltà e i sindacati la sosterranno fino in fondo. Questi 54 lavoratori fanno servizi essenziali per il funzionamento delle aziende del cratere”. Non sono rassegnati e andranno avanti, gli operai della depurazione irpina.”Ci facciamo forza per non far far apparire queste cose anche in famiglia-dice uno di loro”.”È un continuo domandarsi che fine faremo. Cosa diremo ai nostri figli-aggiunge un altro”.
Giancarlo Vitale