di Giancarlo Vitale
AVELLINO – “Ma a chi la vogliono contare”. Si alza una voce, durante l’assemblea fiume di quest’oggi a Pianodardine. Era quella di un lavoratore dell’Asidep, uno dei 54 dipendenti della depurazione dell’area del cratere irpino. Durante l’assemblea, dalla durata quasi infinita, di questo pomeriggio. E durante la quale il presidente dell’Asi, Pasquale Pisano, ha fatto sapere ai lavoratori che solo un cavillo burocratico aveva impedito il pagamento delle tredicesime. E che, domani, le avrebbero ricevute.
In attesa di quanto succederà nelle prossime ore, intanto ci avviciniamo a sei mensilità arretrate. E gli stessi dipendenti, ormai, non ci credono più. E la loro rabbia aumenta. Pisano manterrà la parola o, puntualmente, è un’altra promessa che, come le altre, non manterrà? E se, davvero, dovesse pagare le tredicesime, lo sforzo sarà da apprezzare ma cambierebbe davvero poco. Agli operai, in pratica, “stanno chiudendo tutte le porte in faccia – dice uno di loro ai microfoni di Telenostra – anche se, volessero, le soluzioni le possono trovare”.
Ed invitano, chi partecipa ai tavoli di crisi, e ne sono molti, “di smetterla e di trovare un accordo. Perché non ce la facciamo più”. Ormai sono allo stremo, alle famiglie manca la necessaria serenità “che abbiamo bisogno di ritrovare”. Alle parole del presidente dell’Asi non crede più nessuno. E mentre “a Pasqua non abbiamo visto un centesimo – aggiunge un altro – gli altri mangiano, eccome. Nonostante il nostro lavoro serva all’Asi a far riscuotere lo stipendio”. La vertenza Asidep, dunque, sembra una strada senza uscita. Una, dignitosa, ci sarebbe. E porta alle dimissioni di Pisano.