Aste Ok, i ricorsi presentati dalla New Life Italia srl e Punto Finance srl contro i sequestri bis sono inammissibili. Questo il contenuto delle motivazioni depositate dai giudici della Corte di Cassazione relative ai sequestri bis ottenuti dalla Direzione Distrettuale Antimafia nei confronti di società riconducibili ad uno dei presunti promotori del sodalizio criminale denominato “clan delle aste”, Armando Pompeo Aprile. Annullato con rinvio invece quello per la società A&G riconducibile ad un a persona non indagata nell’inchiesta condotta dalla Dda di Napoli, Carabinieri del Nucleo Investigativo di Avellino e Nucleo Pef della Guardia di Finanza di Napoli). Il ricorso era stato presentato dall’avvocato Alberico Villani.
Secondo quanto ricostruito dai Pubblici Ministeri Henry John Woodcock e Simona Rossi della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, coordinati dal Procuratore Aggiunto Sergio Ferrigno, le società in questione sarebbero state utilizzate per agevolare la gestione illecita delle aste giudiziarie attraverso modalità riconducibili al cosiddetto “metodo mafioso”. Il sequestro è stato disposto anche in funzione della successiva confisca obbligatoria prevista dalla normativa antimafia.
Il patrimonio oggetto del sequestro comprende somme pari a 104.111,51 euro su un conto intestato ad A&G S.r.l. e ulteriori 20.341,55 euro rinvenuti su un altro conto riconducibile alla medesima compagine societaria. La Cassazione ha respinto sette dei nove motivi di ricorso proposti dalla difesa di A&G, rappresentata dall’avvocato Alberico Villani, ritenendoli infondati. Due motivi, tra cui la questione del “ne bis in idem”, dovranno essere rivalutati dal Tribunale del Riesame.
Nella decisione, la Corte ha ribadito che la presunzione di accumulazione patrimoniale illecita non si applica automaticamente ai beni intestati a terzi, salvo prova della sproporzione. È stato inoltre chiarito che un precedente annullamento di sequestro non esclude la possibilità di disporne uno nuovo, purché fondato su elementi non ancora valutati nel merito.
Il 14 aprile 2024 era già stato disposto il rinvio degli atti al Pubblico Ministero per ulteriori approfondimenti. Ad oggi, sono stati notificati gli avvisi di conclusione delle indagini preliminari. Si attende ora l’eventuale esercizio dell’azione penale e l’apertura di un nuovo procedimento dinanzi al giudice competente.