È arrivato il verdetto per i 18 imputati del processo Aste ok , nato dall’inchiesta condotta dal nucleo operativo dei carabinieri di Avellino e delle fiamme gialle di Napoli, che hanno indagato su questo nuovo filone di indagini che vede coinvolto il nuovo clan Partenio. Una lunga camera di consiglio, iniziata ieri sera, quando il pubblico ministero della Dda, Henry John Woodcock ha chiarito di non voler replicare dopo le arringhe difensive.
Il dispositivo era atteso per le 19, ma lettura della sentenza è iniziata alle 21,00. Dopo 23 ore di camera di Consiglio, arriva un clamoroso colpo di scena nel finale del processo sulle aste giudiziarie.
Il collegio del tribunale di Avellino, presieduto dal giudice Roberto Melone, ha ritenuto di dover “riscrivere” la storia del processo: secondo i magistrati Livia Forte e Armando Aprile, assieme a Gianluca Formisano, Antonio Barone, Nicola Galdieri, Carlo Dello Russo, Damiano Genovese e Beniamino Pagano, avevano dato vita a una associazione criminale di stampo camorristica autonoma, svincolata dal Nuovo Clan Partenio, che si occupava esclusivamente di aste giudiziarie.
Nell’ordinanza dettagliata, letta per circa due ore dal presidente Roberto Melone, i giudici hanno riconfigurato l’organizzazione coinvolta nel caso delle aste come un’entità autonoma, sottolineando le condotte tipiche del reato 416 bis del Codice Penale, compreso il ruolo di “Antistato” e l’attuazione di estorsioni ambientali.
È emerso che Nicola Galdieri, Livia Forte, Damiano Genovese, Pagano Beniamino e Carlo Dello Russo ricoprivano ruoli di vertice all’interno di questa organizzazione autonoma, separata dal Nuovo Clan Partenio.
Una ricostruzione diversa dall’impianto accusatorio portato avanti in questi anni dalla procura antimafia. Una modifica sostanziale, perché dopo la lettura dell’ordinanza i giudici hanno rinviato gli atti del processo alla Procura, che sulla base di questa nuova lettura dei fatti dovrà iniziare un nuovo processo, riformulando i capi d’accusa.
E alla luce delle ragioni contenute nel dispositivo le esigenze di custodia cautelare, che erano abbinate alle precedenti ipotesi di reato contestate, sono venute meno e per questo i giudici hanno scarcerato e rimesso in libertà Armando Aprile, Livia Forte, Gianluca Formisano, Antonio Barone, Damiano Genovese e Beniamino Pagano (Galdieri e Dello Russo restano in carcere per le misure cautelari del filone principale del processo contro il Nuovo Clan Partenio, quello su usura ed estorsioni).
Per i principali imputati dunque il processo è da rifarsi, mentre per i reati contestati fuori dal vincolo associativo sono arrivate otto assoluzioni e due condanne.
1. APRILE ARMANDO POMPEO: 2 anni di reclusione per un capo di imputazione
2. BARBATI EMANUELE: 4 anni di reclusione
3. CICCONE ANTONIO: Non luogo a procedere
4. DI BENEDETTO MANLIO: assolto per non aver commesso il fatto
5. FLAMMIA ANTONIO: assolto per non aver commesso il fatto
6. GASPARRO MARIA LUIGIA: assolto
7. GIACCIO RAFFAELE: assolto
8. GISOLFI MARIO: assolto
9. BECCHIMANZI ERMELINDA: assolto
10. GUERRA MARIO: assolto
11. DI COSTANZO GIUSEPPE: assolto