Autore: redazione web

Fra le tante divinità del Pantheon italico Ercole è la più amata dalle popolazioni sabelliche dalle quali hanno origine le genti irposannite; è anche la divinità che ha lasciato una traccia molto accentuata del proprio culto. Anche se nel Sannio Irino, in genere, il culto di Ercole non è ampiamente documentato, come nell’area peligna, dove le testimonianze sono più numerose e bene attestate, dal limitato materiale iconografico disponibile, tuttavia si riesce ad avere una visione abbastanza articolata della diffusione del culto medesimo. Ai confini dell’Irpinia con la Campania, fino ad ora, attraverso il cippo abeliano, notevole monumento della lingua osca,…

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Il ritratto che qui viene presentato (figg. l, 2) proviene dal giardino del Castello Buonopane di Grottaminarda, dove era collocato allo scoperto su una statua acefala non pertinente; la sua provenienza originaria insieme alla statua, però, deve considerarsi l’antico centro di Aeclanum, al quale, nel periodo romano, era aggregato il territorio dell’odierna Grottaminarda. Entrambi i pezzi erano in uno stato di completo abbandono, sepolti quasi sotto una siepe di spine e di rovi che ne rendevano parziale la visione. La loro scoperta da parte mia avvenne per puro caso, verso gli inizi del mese di luglio 1974,in occasione di una…

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Il Museo Irpino di Avellino conserva un gruppo di 22 lucerne fittili, provenienti da donazioni, scavo (1) e rinvenimenti casuali che per le loro peculiari caratteristiche rientrano nel tipo Dressel 312. Tali lucerne vengono denominate africane o cristiane (3), secondo una terminologia tradizionale non sempre rispondente ad obiettivi criteri di carattere generale, ma basata, invece, su aspetti particolari, presenti soltanto su alcuni esemplari, come nel gruppo del Museo Irpino. Il termine di lucerne africane sembra il più giustificato (4), poiché il luogo originario di produzione è considerato l’Africa Proconsolare e la Bizacena (5) e, secondo altri, Alessandria d’Egitto per la…

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Il Museo Irpino, nel mese di Novembre 1975, è venuto in possesso per merito del giovane studente Gerardo Fucile, di un ricco corredo funerario, facente parte in un “larario puerile” – Nell’antica Roma, il Larario era la parte della casa riservata al culto domestico, costituita da un sacrario o da un’edicola contenente, oltre alla suppellettile sacra e ai doni votivi, anche un’immagine dipinta del Genio familiare in atto di sacrificare tra i due Lari – depositato in una tomba a cremazione, formata da tegoloni alla “cappuccina” lunga cm. 140 circa; la tomba giaceva al lato sinistro di via Ferriera, nei…

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L’antico centro irpino di Abellinum, ubicato sul pianoro della Civitas di Atripalda, presso le rive del fiume Sabato, nel corso dei secoli ha restituito notevole materiale archeologico che, in parte, in quest’ultimo cinquantennio, è confluito nel Museo Irpino, arricchendo così la documentazione di un’importante area archeologica, che in passato ha subito indiscriminate devastazioni (1) . Tutto il materiale di Abellinum, espostonel Museo Irpino:ceramica, sculture, epigrafi, lucerne, ha permesso fino ad ora di avere un quadro sommario dello sviluppo della vita della città, dalla fase avanzata dell’egemonia sannitica, III sec. a.C., alla dominazione romana, con la deduzione della colonia (graccana o…

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Il monumento funebre di cui Consalvo Grella, direttore emerito del Mueo Archeologico Irpino, con questo suo mirabile studio ci ha tramandato la memoria, riveste un’importanza straordinaria non solo per le sue caratteristiche intrinseche e il grande valore storicoartistico, me anche perché costituisce molto probabilmente una preziosa testimonianza materiale del tracciato dell’antica via Appia in Irpinia, ancor oggi controverso. La tomba di Iucundus e Rufino fu ritrovata negli anni Settanta in località Lupaparelli, in territorio di Guardia di Lombardi, nelle immediate adiacenze dell’antica chiesa di san Pietro, detta anche dell’Immacolatella, a margine dell’odierna S.S. 303. In un atto di donazione del…

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Adistanza di tempo, mi piace riportare quanto scrissi su un’edicola funeraria di S. Andrea di Conza, sulla quale, qualcuno, con cui casualmente ho avuto modo di parlare, resta erroneamente convinto che il monumento nella sua configurazione iconografica è di contenuto cristiano e che rappresenta una testimonianza del Cristianesimo in Alta Irpinia, come ha appreso da uno scritto riportato da una ben nota e accreditata Rivista, di seguito citata, ed anche per precisare circa una parola dell’epigrafe da me correttamente interpretata. Ecco, quindi, il testo del mio articolo edito in un opuscoletto in copie limitate e, pertanto, quasi sconosciuto: Mesi addietro…

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E’ ritornata a Frigento l’epigrafe di C. Quinzio Valgo, il magistrato eclanese, che ivi costruì le cisterne romane, oggi ben restaurate e ben visibili, quasi nel centro cittadino; ciò mi ha fatto immensamente piacere, poiché il problema che a Frigento in qualsiasi modo vi fosse una testimonianza del costruttore di quest’opera di carattere idrico fu posto e suggerito dal sottoscritto non per incidens, ma volutamente in un articolo riguardante due eminenti figure locali: l’avv. Agostino Testa ed il dott. Cicco Saverio Flammia. Del resto l’epigrafe di Valgo non riguarda soltanto la costruzione delle cisterne , ma anche altre importanti opere…

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