Giovanni Centrella, segretario generale del Sindacato Europeo Lavoratori e Pensionati, offre alcune proposte e riflessioni utili a superare la crisi della politica nella città di Avellino e nel resto della provincia: “Le continue dimissioni, i commissariamenti e la crisi di enti fondamentali come l’Alto Calore dimostrano una politica locale non in grado di gestire le emergenze, figuriamoci di pianificare il futuro. I consiglieri regionali, che si interessano della crisi dell’Alto Calore solo ora, dopo anni di inerzia, è un esempio perfetto di come la politica si muova sulla base dell’emergenza e non della prevenzione”.
“Avellino e l’intera Irpinia si trovano in un momento di decrescita economica senza precedenti. La perdita di posti di lavoro, la chiusura di attività e il calo demografico ad Avellino non sono eventi isolati, ma il risultato di una mancanza di investimenti e di attrattività. Il fatto che l’Irpinia non sia più un polo d’attrazione per industriali, artigiani e agricoltori è un segnale d’allarme che non può più essere ignorato. Il mancato sfruttamento dei fondi Pnrr è la prova lampante di un’occasione persa, un ‘treno che non passerà più’ per lo sviluppo infrastrutturale.
C’è bisogno di proposte concrete di un modello di rinascita del territorio”.
“Sviluppo Integrato: l’idea di un turismo legato all’agricoltura e all’artigianato è la base per un’economia sostenibile che valorizzi le eccellenze del territorio, dalle aree interne al capoluogo. Rilancio Urbano e Territoriale: l’allargamento del perimetro urbano di Avellino, attraverso l’estensione dei trasporti pubblici verso comuni vicini come Pratola Serra e Prata di Principato Ultra, porterebbe a una riorganizzazione della mobilità e favorirebbe il collegamento tra i centri abitati. Infrastrutture Ferroviarie: il rilancio delle ferrovie è un punto cruciale. Il ripristino di collegamenti vitali come la Napoli-Avellino, magari con un percorso che arrivi fino al centro città, e la riattivazione dell’Avellino-Rocchetta Sant’Antonio, sono progetti che romperebbero l’isolamento della provincia. La rinascita della stazione di Avellino, inoltre, potrebbe riqualificare l’intero rione Ferrovia, un’area ad alto potenziale oggi dimenticata. In conclusione l’assenza di un dibattito sui temi concreti, sostituito da lotte intestine e vecchie logiche. La speranza è che queste proposte, possano diventare il punto di partenza per una nuova classe dirigente che metta al centro il benessere del territorio e dei suoi abitanti”.