Riorganizzare, mettere a regime, e in alcuni casi chiudere: nell’ambito della spending review avviata al Comune di Avellino dal commissario prefettizio Giuliana Perrotta sono sotto osservazione diversi asset importanti e tra questi in particolare la Fondazione Cultura, la gestione del Teatro Carlo Gesualdo, l’Associazione Nazionale Città del Vino e, soprattutto, la discussa Acs Srl, la società completamente partecipata dal Comune che si occupa della gestione dei parcheggi a pagamento in città.
FONDAZIONE CULTURA: TRE ANNI DI INATTIVITA’
La prima a cadere sotto la mannaia della spending review è la Fondazione Cultura, che con una delibera commissariale (con i poteri del consiglio comunale) è da ieri pomeriggio ufficialmente defunta: nel 2022 venne istituita dall’allora sindaco Gianluca Festa e venne contestualmente versata una quota nominale di 50mila euro per l’avviamento delle attività e per la nomina di un consiglio di amministrazione. Ma nel corso di questi tre anni quel consiglio non si è mai riunito e la Fondazione non ha mosso un passo. Quindi il commissario Perrotta oggi ha detto “basta così”, finita, chiusa. Sciolta. Ad occuparsi della liquidazione di questo ente è stato ora nominato il funzionario contabile del Comune di Avellino Carlo Giliberti, già componente del Comitato di Controllo Analogo, e che essendo dipendente comunale potrà occuparsi di questo compito a titolo gratuito.
ASSOCIAZIONE NAZIONALE CITTA’ DEL VINO: SEI ANNI DI QUOTE NON PAGATE
Stesso discorso è stato fatto dal commissario Perrotta anche per la revoca dell’adesione all’Associazione Nazionale Città del Vino: associazione che ci ha anche portati in giudizio per il mancato pagamento delle quote associative annuali e ha ottenuto dal giudice la condanna per il Comune di Avellino al pagamento di oltre 16mila euro. Ecco la motivazione della revoca: “…il rapporto associativo instauratosi, a partire dall’annualità 2000, tra il Comune di Avellino e l’Associazione Nazionale Città del Vino non ha arrecato apprezzabili utilità alla valorizzazione della tradizione enologica dell’area irpina, né ha apportato significativi benefici in punto di promozione e miglior commercializzazione dei beni prodotti dalla filiera enogastronomica locale, né ha contribuito all’incremento dei flussi turistici in direzione del territorio comunale e dell’intera area provinciale”. Le quote associative che il Comune non aveva pagato erano quelle relative alle annualità 2015, 2016, 2017, 2018, 2019 e 2021. Ora viene messo fine a questo stillicidio.
TEATRO GESUALDO: SI TORNA AL MODELLO “TEATRO PUBBLICO CAMPANO”
Il Teatro Gesualdo, come pure annunciato in diverse interviste dalla commissaria Perrotta, potrebbe tornare alla vecchia formula della gestione delegata al Teatro Pubblico Campano. Quest’ultimo, come si legge dal sito istituzionale è “un circuito di programmazione teatrale multidisciplinare che opera nella regione Campania. Riconosciuto dal Ministero della Cultura e dalla Regione, è un’associazione fondata con l’intento di promuovere la cultura dello spettacolo dal vivo in tutte le sue forme in particolare nella prosa, nella danza e nella musica”.
ACS: L’UNICA ATTIVITA’ REDDITIZIA L’ABBIAMO APPALTATA AI PRIVATI
Acs, Azienda Città Servizi, è partecipata al 100 per cento dal Comune di Avellino (socio unico) e si trova in una situazione paradossale: gestisce l’unico servizio pubblico che produce effettivamente introiti sostanziosi, ma per come è stato strutturato, finisce per essere solo un costo. E’ paradossale come la gestione del ciclo dell’acqua: l’Irpinia ospita le sorgenti che dissetano gran parte del Mezzogiorno, ma si trova a vivere (di nuovo) una inspiegabile emergenza idrica (e ci hanno scippato pure il nome dello stesso acquedotto che porta la nostra acqua nelle province e nelle regioni vicine, ‘Acquedotto Pugliese’). Alla stessa maniera l’Acs ha affidato la gestione dei parcheggi a pagamento ad una ditta privata, la quale garantisce al Comune di Avellino solo un canone fisso, mentre per contratto non condivide gli utili o i maggiori incassi che derivano dalle multe di chi sgarra rispetto all’orario stampato sul ticket. Qui, rispetto alla Fondazione Cultura, la situazione è però molto più complicata: sia perché esistono contratti di gestione stipulati con il privato che non si possono disdire dall’oggi al domani e sia perché l’Acs ha decine di dipendenti che, in caso di scioglimento, rischiano di rimanere disoccupati. Questa la ragione per la quale non si può ora agire con una mannaia, ma bisogna studiare una soluzione adeguata: l’ideale sarebbe una riorganizzazione ex novo del servizio di gestione delle soste a pagamento in città. E visto che siamo in argomento, potrebbe essere anche l’occasione per dare un’occhiata alla distribuzione in città delle sempre più rare “strisce bianche”, Sono come le spiagge libere: ogni tot chilometri dovrebbe essere garantita la sosta gratuita, ma se percorri le strade di Avellino gli unici colori che si vedono sono il blu dei parcheggi a pagamenti e il giallo di quelli riservati a residenti o disabili.