E’ una città che non ha voglia di restare in silenzio, che fa sentire con forza la sua voce, che dice no ad ogni forma di complicità dello Stato Italiano. Sono in tanti a ritrovarsi in piazza Libertà per difendere i diritti del popolo palestinese, cittadini comuni, associazioni, sindacati, pronti a prendere posizione in difesa della democrazia, perche difendere Gaza significa salvaguardare il diritto ad esistere di un popolo che continua a essere minacciato e sterminato. Mentre risuona il grido “Palestina Libera, l’immagine più bella è quella dei bambini che arrivano in piazza con la loro flotilla in miniatura, simbolo di pace. Poichè si resta “in silenzio solo se i bambini dormono, non se muoiono”, come si legge su uno striscione. “Non è vero – spiega Roberto Montefusco di Sinistra Italiana – che le nostre voci non possano arrivare fino a Gaza. Dobbiamo essere al fianco della Flotilla, anche se dovesse decidere di fare un passo in piu’. Poiché se non lo facciamo davanti a un genocidio quando lo faremo?”. Chiede giustizia per il popolo palestinese, poiché “la pace si costruisce nel rispetto della legalità mentre il nostro governo fa fatica anche a riconoscere lo Stato della Palestina”. Italia D’Acierno della Cgil sottolinea come “Siamo l’equipaggio di terra della Flotilla e ciascuno deve fare la sua parte. Chiediamo l’intervento dello Stato, ma che sia autentico. Rispettiamo le istituzioni ma ci saremmo aspettati da lui un monito a Israele, che avesse ricordato che quelle acque sono internazionali, che gli aiuti sono necessari a una popolazione che è stata decimata, a una popolazione che soffre. Per questo è importante essere in piazza”
Ribadisce come “Per tutta l’estate abbiamo girato l’Irpinia insieme all’Arci, alle associazioni della rete Pace e Disarmo, a cittadini, cittadine e movimenti. Abbiamo così costruito un percorso che oggi continua in Piazza Libertà. Il 10 saremo al Circolo della Stampa: con noi ci sarà Cinzia Sciuto, giornalista e saggista, direttrice di MicroMega, e insieme a don Vitaliano Della Sala parleremo della Palestina. Come CGIL siamo in campo, lo siamo stati ieri, lo siamo oggi e lo saremo ancora di più domani.
Oggi è importante esserci, indipendentemente dal numero, indipendentemente da quante persone saremo. E’ importante far sentire la nostra voce”.
Francesco Pio Varriale del Collettivo Studentesco ribadisce l’importanza di restare uniti per essere più forti “Non dobbiamo disperdere le forze. Basta con orgoglio e ipocrisie. Siamo in ritardo ma se vogliano possiamo colmare questo ritardo”. Rossella Famiglietti e Claudia Caputo, anche loro studentesse, pongono l’accento sulle iniziative promosse dall’Assemblea della Palestina, nata in occasione dello sciopero del mondo della scuola “Vogliamo promuovere cineforum, presidii e dibattiti. Abbiano organizzato un pullman per partecipare alla manifestazione a Roma del 3 ottobre”. Rosanna Maryam Sirignano sottolinea la necessità di tradurre la mobilitazione in un gesto politico, restare al fianco del popolo Palestinese, che resiste a un progetto coloniale che dura da 80 anni, all’occupazione illegale della propria terra “I nostri media, i nostri governi sono colpevoli. Ecco perché dobbiamo essere al fianco della flotilla che cerca di rompere questo assedio. Finalmente oggi cominciamo a svegliarci. E’ questa l’ultima occasione. O ci muoviamo adesso o è finita la nostra umanità”.
Antonio Soldi dei Giovani Comunisti parla di un genocidio che è parte del sistema capitalista e delle complicità che coinvolgono anche le aziende irpine. Il filosofo e docenyr Annibale Cogliano sottolinea come il genocidio di Gaza rischia di essere un nuovo Vietnam, che chiama in causa i nodi della nostra democrazia “Viviamo una tragedia infinita, a prevalere è la legge della giungla. Siamo oggi sull’orlo dell’abisso. Ma finalmente ci sono segnali di speranza, si scende in piazza contro il riarmo, in difesa di ambiente e giustizia. Il vero problema oggi non è la destra ma l’astensionismo. Ecco perchè dobbiamo unire le forze, altrimenti saremo perdenti”. Maria Grazia Papa di Soma ritorna sulla preoccupante direzione che hanno preso i governi occidentali, nel segno della negazione dei diritti “La Palestina è il simbolo di come l’Occidente si sta muovendo in modo colonialista e genocidiario, appare oggi completamente disumanizzato. Il genocidio di Gaza è il segno della sopraffazione, dell’eliminazione dell’altro. Non possiamo accettarlo perchè quello che accade agli altri può accadere anche a noi. Ecco perchè dobbiamo sostenere la Flotilla che chiede che corridoi umanitari si aprano per Gaza. Stare in piazza significa rompere l’asse Putin, Macron, Meloni”.
Da Alfredo Cucciniello dell’Arci a Sara Iannaccone, componente assemblea nazionale del Pd, l’appello è quello di costruire una cultura della pace e non più dell’odio, perché la guerra smetta di essere strumento do risoluzione delle controversie internazionali. La giornalista Maria Laura Amendola e l’attivista Renato Siniscalchi sottolineano come non è vero che siamo inermi, ‘i nostri governanti possono fare tanto, bloccando accordi commerciali, boicottando i prodotti di Isreaele, interrompendo le relazioni diplomatiche”. Luca Cioffi di Arci chiede di non fermarsi, di mantenere alta l’attenzione su Gaza attraverso iniziative molteplici “E questa la strada da seguire”. Oggi pomeriggio gli appuntamenti proseguono con il confronto, alle 18.30, presso la sede di Fortapasc di Atripalda, con la giornalista palestinese Dalia Ismail. Modera Rosanna Sirignano