Questa mattina in Commissione Urbanistica è stato adottato il Peba di Avellino, il Piano per l’eliminazione delle barriere architettoniche. Redatto dagli architetti del Settore Urbanistica del Comune su iniziativa dell’amministrazione, il piano sarà ora inviato a tutti gli Enti interessati: dalla Provincia all’Air per poi passare nuovamente al vaglio dell’amministrazione Comunale che ne dovrà dare gli indirizzi attuativi, programmando gli interventi esecutivi. Ognuno per la propria parte sarà coinvolto nell’adeguamento e nella riqualificazione che riguarderà parti di città dando priorità a edifici e spazi pubblici, quelli più sensibili e che necessitano dell’abbattimento delle barriere architettoniche. Il via libera della Commissione è arrivato grazie al voto favorevole dei presenti: il presidente della Commissione Fabio Liberale (Siamo Avellino), Giovanna Vecchione (Davvero) e Antonio Aquino (M5S). Al tavolo con loro anche gli architetti del Settore Urbanistica Angelo Rapa e Luigi De Cesare. Dopo le eventuali osservazioni, che possono essere presentate anche dai singoli cittadini tramite il sito istituzionale del Comune, il Piano potrà essere portato all’attenzione del consiglio comunale.
Attualmente il Comune ha a disposizione 50mila euro per questo capitolo di spesa, ma il Peba prevede decine e decine di interventi, per un costo totale che sarà molto più importante: è qui che dovranno intervenire gli indirizzi e le indicazioni degli amministratori comunali, quantomeno per stabilire, in rapporto alle risorse, le priorità di intervento o in alternativa l’impiego di altre forme di finanziamento da utilizzare ad integrazione di quelle già previste, allargando così il raggio d’azione degli interventi.
Questo del Piano di eliminazione delle barriere architettoniche è uno dei principali progetti affrontati dalla Commissione Urbanistica dall’inizio della consiliatura Nargi, dopo il progetto del Parco del Fenestrelle, del Piano di Rigenerazione urbana, del Piano attuativo della nuova Piazza Kennedy (con relativa struttura multifunzionale da realizzare al posto dello spoglio rettangolo di cemento che sorge oggi dove c’era il vecchio terminal dei pullman), del Piano attuativo del Parco del Teatro…
IL PRESIDENTE LIBERALE: “C’E’ UNA VISIONE DI CITTA’ CHE DEVE PRENDERE FORMA”
Una serie di progetti dettati dalla visione di città che questa Amministrazione vorrebbe realizzare, ma che a causa delle crisi politiche e dei conseguenti cambi di assessore, stenta a prendere forma.
Ne abbiamo chiesto conto al presidente della Commissione, Liberale: “Sono soddisfatto del lavoro che stiamo portando avanti con la Commissione, anche per lo spirito collaborativo che si è instaurato con gli altri componenti, a prescindere dalle singole provenienze politiche, in particolare con i colleghi tecnici dell’opposizione con cui c’è sempre stato un rapporto di collaborazione su tematiche, strumenti e azioni da adottare per la valorizzazione del territorio. Questa mattina, per esempio, nel corso della Commissione, abbiamo avuto il piacere di scambiare qualche battuta con il presidente Dino Preziosi, che si trovava casualmente a passare davanti la nostra stanza. Ne è nato un dibattito ad ampio respiro che ha evidenziato come l’obiettivo che ci accomuna tutti è quello di disegnare una città del futuro, che sia al passo con i tempi, come dice la stessa sindaca Nargi”.
Ma cosa si può fare per rendere più concreti questi progetti?
“Un aspetto che potrebbe rendere il nostro lavoro ancora più concreto sarebbe quello di avere una cabina di regia tecnico-politica che sia in grado di accompagnare questi progetti dalla fase delle proposte fino alla realizzazione finale, passando magari per un coinvolgimento pubblico, la cosiddetta Urbanistica Partecipata. Un esempio su tutti: con l’ex assessore Marianna Illiano facemmo ripartire l’Urban Center, riattivando un dialogo diretto con gli ordini professionali e con la cittadinanza. Sarebbe utile un tavolo tecnico di programmazione che metta insieme il settore della pianificazione e la parte politica, in un organismo di confronto e collaborazione, volto ad integrare le competenze tecniche con le decisioni politiche, per la definizione e l’attuazione di piani e progetti. Altrimenti anche le discussioni più prolifiche rischiano di rimanere solo sulla carta”.