Guerra tra bande rivali nel carcere di Avellino: sono continuati stamattina, gli interrogatori di garanzia per alcuni degli indagati del pestaggio brutale a Paolo Piccolo, venticinque napoletano ridotto in fin di vita e vittima di un’una spedizione punitiva avvenuta ad ottobre 2024 all’interno della struttura penitenziaria irpina.
Si è avvalso della facoltà di non rispondere Francesco Sabatino Crisci nel corso dell’interrogatorio di garanzia davanti al gip Elena Di Bartolomeo. Il ventenne di Baiano – in carcere perchè accusato insieme al padre Salvatore Crisci di aver ucciso Felice Lippiello al termine di un litigio – è rimasto in silenzio. Il suo legale, Antonio Falconieri, non ha presentato alcuna istanza di attenuazione o revoca della misura cautelare, in attesa di presentare istanza al tribunale del Riesame.
L’AGGRESSIONE
La spedizione punitiva avvenuta il 22 ottobre 2024 è maturata nell’ambito delle faide tra i clan del Napoletano. Alcuni detenuti armati di bastoni di legno di ritorno dagli ambulatori e dalla infermiera sarebbero riusciti ad introdursi nel box riservato alla penitenziaria e dopo aver minacciato di morte i due agenti sono passati subito alle vie di fatto. Avrebbero bloccato, spingendolo contro il muro, uno dei due uomini in divisa, nel tentativo di sottrargli le chiavi del piano terra destro dove era ristretto il loro bersaglio. Non contenti i tre detenuti avrebbero colpito i due agenti con dei violenti schiaffi al volto. Alla fine tutti insieme hanno costretto uno dei due agenti a seguirli fino al primo piano, mentre un altro ristretto – accusato di tentato omicidio – è rimasto all’interno del box per sorvegliare l’altro agente di turno, affinché non facesse scattare l’allarme sonoro, sotto minaccia di morte.In seguito, il gruppo di aggressori ha raggiunto la cella della vittima, trascinandola fuori con forza e colpendola ripetutamente con oggetti contundenti. L’uso di bastoni, calci e pugni ha avuto conseguenze gravissime per Piccolo, che ha riportato traumi estesi, tra cui un ematoma celebrale. La sua prognosi resta riservata e il detenuto ancora ricoverato in gravi condizioni in terapia intensiva.