Lo studio di Michele Zarrella, direttore dell’Istituto italiano di studi gesualdiani protagonista delle Giornate internazionali di studio Carlo Gesualdo e i musicisti meridionali del suo tempo in programma l’11 e 12 dicembre a Matera. L’incontro è organizzato dal Dipartimento di Scienze Umane Dipartimento delle Culture Europee e del Mediterraneo: architettura, ambiente, patrimoni culturali, organizzate dall’Università della Basilicata (comitato organizzatore per l’Università della Basilicata: Cristina Acucella Vania Cauzillo Dinko Fabris). Il volume “Carlo Gesualdo. i segni dell’uomo, i segni dei tempi, i segni del cielo” sarà presentato l’11 dicembre. A prendere parte al confronto Agostino Ziino, Istituto Italiano di storia della musica, Rodobaldo Tibaldi dell’Università di Pavia, Edgardo Pesiri, presidente associazione Carlo Gesualdo, Wolfgang Thein. Ad introdurre l’incontro Carmine Catenazzo, direttore del Conservatorio di Venosa, Felice Cavaliere, vicedirettore del Conservatorio Gesualdo da Venosa, Aldo Corcella, direttore Dicem Università Baslicata, Francesco Panarelli, direttore Disu, Università Basilicata
Michele Zarrella consegna in “Carlo Gesualdo. i segni dell’uomo, i segni dei tempi, i segni del cielo” un tassello importante nella saggistica dedicata al principe dei musici. L’autore sfida la tradizione riportata da tutte le fonti riguardo al duplice assassinio avvenuto a Palazzo San Severo a Napoli nella notte fra il 16 e il 17 ottobre 1590. Ad emergere dal volume l’idea che la morte del Principe Carlo Gesualdo sarebbe, invece, avvenuta a Gesualdo il 7 settembre 1613. A caratterizzare il volume preziosi documenti, tra questi il protocollo della Proloco Civitatis Jesualdinæ e la richiesta di intitolare il Teatro di Avellino a Carlo Gesualdo. Tra le ipotesi plausibili quella che la salma del Principe, tumulata nella Chiesa di Santa Maria delle Grazie a Gesualdo, non sia stata rimossa.
Zarrella offre una panoramica della vita del Principe dei musici, collegandola agli eventi astronomici e ai pregiudizi dell’epoca. Esplora le opere musicali e architettoniche di Carlo Gesualdo, le peripezie dell’armatura di quest’ultimo, e sottolinea alcune particolarità uniche, come lo stemma di Casa Gesualdo con leone rampante e nove gigli intorno. Approfondisce l’espressione lirica, culminando con la domanda, che si pone per l’altro codice universale, la matematica: la musica è stata inventata o scoperta?