Vive un momento di grande incognite la coalizione di centrodestra ad Avellino. La coesione tra le varie anime conservatrici che sembrava un fatto assodato è sfumata, lasciando dietro di sé un quadro parcellizzato.
Dalle elezioni provinciali dello scorso anno, Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lega, i principali reggenti della coalizione, non hanno ancora trovato la quadra che comprendea tutti, nello stesso posto.
Il “fu Kingmaker” Gianfranco Rotondi, investito di questa carica dal viceministro agli Esteri Edmondo Cirielli, non è riuscito nella missione che era stata calata direttamente dall’alto: portare il centrodestra avellinese, ricalcando il modello nazionale, quantomeno alle elezioni. Per ora si vive in uno stato di liberi tutti.
Fratelli d’Italia è alle prese con i problemi derivanti da una gestione commissariale che va avanti dal 2017, alla quale si metterà un punto nel prossimo weekend quando sarà celebrato il congresso provinciale. Senza una figura di raccordo, i meloniani irpini sono diventati prigionieri di se stessi, in balia dei vertici regionali e con un’autonomia molto limitata su qualsiasi decisione. Uno stallo che ha influito tanto, vedasi le parole del commissario Antonio Iannone all’indomani della presentazione delle liste per il rinnovo del consiglio provinciale lo scorso novembre.
La Lega intanto ne discute con il neo-commissario regionale Claudio Durigon, prendendo tempo. L’entrata ufficiosa di Angelo Antonio D’Agostino e la posizione della presidente del consiglio avellinese Monica Spiezia farebbero pendere l’ago della bilancia verso un appoggio al primo cittadino Festa, ma i discorsi sono ancora tutti aperti.
Mentre la linea di Forza Italia è chiara, alternativi al centrosinistra, al sindaco di Avellino, ribadendo di credere nella soluzione che porta a Rino Genovese. Che si scontrerebbe con la candidatura di Giovanni D’Ercole.
Nonostante la disponibilità di massima del giornalista, non è arrivata una risposta definitiva. Genovese inizia a sondare il terreno, a farsi vedere, pensa ad una lista civica trasversale, dagli eventuali fuoriusciti del Partito Democratico a pezzi del centrodestra.
Il rischio di vedere una corsa solitaria delle varie componenti conservatrici aumenta con il passare del tempo. Una volta conclusi i congressi di Fratelli d’Italia e Forza Italia, che chiuderanno il mese di gennaio, non ci saranno più attenuanti. O tutti insieme, o ognuno per sè.