Restituire un’identità alla città, porre le basi di un percorso che consenta ai cittadini di riappropriarsi del capoluogo. E’ una sfida ambiziosa quella che lancia il Movimento Irpino per il bene comune. A confrontarsi al Palazzo vescovile l’architetto Angelo Verderosa, gli artisti Maria Rachele Branca e Gennaro Vallifuoco, lo storico Armando Montefusco. “Bisogna ripartire – ha spiegato Elena Iannaccone – dal rapporto tra città e bellezza. La bellezza della città è anche garanzia di benessere per i cittadini. Ce lo insegna Papa Francesco con la sua Enciclica “Laudato si’ “. Verderosa ha puntato l’indice contro una città che ha voltato le spalle alla bellezza e insieme alla relazione con le aree interne “E’ una città – ha spiegato Verderosa – che guarda più alla costa che alla provincia, dimenticando che il capoluogo ha sempre avuto un rapporto privilegiato con le montagne del territorio. E’ oggi una città bloccata, incapace di usare ciò che ha recuperato, penso al castello, agli scavi senza fine nella piazza antistante, all’idea del tunnel che ha sventrato la città per ridurre i tempi di attraversamento del capoluogo. Manca una regia dal punto di vista architettonico”. Cita l’esempio del Corso “ripavimentato, fino a smarrire la matrice architettonica che l’ha sempre contraddistinta, fatta di alberi e fontane. Avellino nasce come tappa lungo il percorso da un mare all’altro. Oggi ci troviamo di fronte a una spianata. Mancano luoghi di accoglienza, penso a porte d’ingresso, a spazi illuminati o decorati con fiori e si dimentica che la ferrovia può dare nuova linfa alla città”. Branca ha sottolineato il distacco progressivo tra provincia e città, “così diventa sempre più difficile far conoscere il patrimonio storico-artistico della provincia”. Mentre Montefusco e Vallifuoco hanno posto l’accento sul ruolo dell’arte nella valorizzazione del patrimonio storico-artistico e lo spartiacque rappresentato dal sisma. A portare i suoi saluti il vescovo Arturo Aiello: “Devo ancora imparare a conoscere Avellino ma è certo che c’è bisogno di città con l’anima come Assisi, dove si respira lo spirito di Francesco. La bellezza è data dalla musica, dallo stare insieme, dalla condivisione la speranza è quella di portare anche qui l’esperienza di feste e concerti che vedano protagonisti i giovani “.
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