La crisi di maggioranza al Comune di Avellino non è ancora risolta, ma uno spiraglio c’è: su un punto le due parti in causa sembrano essere d’accordo, e cioé sul “non andare a casa”. La firma sui decreti di nomina dei nuovi assessori non è stata apposta nemmeno stamattina, ma tra le righe si legge una speranza in più sul proseguimento della consiliatura. L’accordo però necessita di un ulteriore step, non di poco conto: l’assegnazione delle deleghe allo Sport e alla Cultura. Anche qui la soluzione sarebbe ad un passo: le due deleghe potrebbero essere ripartite dando la prima ai festiani (e in particolare all’assessore in pectore Gianluca Gaeta) e la seconda all’assessore Alessandro Scaletti (l’unico assessore ‘tecnico’ sopravvissuto alla ‘fase uno’ e ormai considerato in ‘quota Nargi’). E per sugellare la trattativa tra la sindaca e i due gruppi festiani Davvero e Viva la Libertà, si potrebbe ulteriormente limare l’accordo programmatico messo sul tavolo nei giorni scorsi (in tutto 16 punti messi nero su bianco dai festiani). Punti non ancora controfirmati dalla sindaca (“sono punti già presenti nel mio programma elettorale”) e che potrebbero sfociare in un ‘documento ter’, comprendente modifiche apposte dalla sindaca. Un compromesso dignitoso per entrambe le parti e che potrebbe decretare la fine di questa impasse che dura ormai dal 23 dicembre scorso: la riprova dell’avvenuto accordo ci sarà con le firme sui decreti di nomina dei sette assessori in pectore (i sei festiani più Alberto Bilotta capogruppo consiliare di Siamo Avellino).
IL “LOGORAMENTO” E’ RECIPROCO
Fino al momento delle firme dei nuovi assessori l’equilibrio resta precario: basta poco per rimettere tutto in discussione. Questa mattina a Palazzo di Città si respirava un’aria di attesa e di incertezza. Soprattutto perché nessuno crede al fatto che l’ex sindaco Gianluca Festa possa realmente accettare di fare un passo indietro rispetto al suo desiderio di tornare protagonista, in prima persona, della scena politica locale. Anche pubblicamente ha detto di essere pronto a ripresentarsi subito al voto, e questa volta da candidato sindaco ufficiale, con il suo nome scritto sulla scheda elettorale. Lasciare invece la poltrona di sindaco a Laura Nargi per altri quattro anni potrebbe essere un bene per la stabilità di governo, ma un male per le sue ambizioni personali. Rimanere ai margini del dibattito politico sta già erodendo il consenso che aveva cinque anni fa, e non lo aiuta l’inchiesta Dolce Vita arrivata ormai (almeno per un primo filone) al punto della conclusione delle indagini. Già alla fine di questo mese (o comunque agli inizi di febbraio) la Procura potrebbe chiedere al giudice per le udienze preliminari il rinvio a giudizio: in questo caso, se il gup dovesse accogliere la richiesta, già a febbraio lo scenario potrebbe cambiare pesantemente, con un Festa che da “sotto indagine” si troverebbe nella più scomoda posizione di “sotto processo”. Una serie di circostanze che non possono non condizionare le scelte politiche da fare oggi. Facile perdere lucidità rispetto a scenari così impegnativi.
GLI SCENARI ALTERNATIVI: DAL SOCCORSO ROSSO AL VOTO ANTICIPATO
Il logoramento reciproco al quale si stanno sottoponendo le due forze di maggioranza capeggiate da Nargi e Festa vede al momento alla finestra gli altri due blocchi presenti nel consiglio comunale di Avellino: il Patto Civico (con i quattro consiglieri Rino Genovese, Giuseppe Giacobbe, Sergio Trezza e Gerardo Melillo), e il blocco del centrosinistra allargato, anche se in quest’ultimo caso parlare di “blocco” è fuorviante. Il centrosinistra è tutt’altro che unito, come hanno dimostrato, a pochi giorni dall’inizio della consiliatura, le dimissioni dell’ex candidato a sindaco Antonio Gengaro da coordinatore del Campolargo. E infatti sono divisi, anche all’interno dello stesso Pd, sulla possibilità di fornire un ‘soccorso rosso’ alla sindaca in chiave anti-Festa. Gengaro e i due consiglieri di Per Avellino Amalio Santoro e Antonio Bellizzi, escludono qualsiasi tipo di inciucio con la sindaca ed escludono, dall’altro lato, la possibilità di sfiduciarla unendo i propri voti a quelli dei festiani. Più possibilisti invece gli altri consiglieri del gruppo Pd Enza Ambrosone, Nicola Giordano e Luca Cipriano, visto che il capobastone Maurizio Petracca (maggiorente del Pd avellinese) sembra stia interloquendo in questi giorni con la sindaca (oltre che essere stato visto, in occasione di un recente incontro pubblico a Borgo Ferrovia, parlare a lungo con Festa). Una diversità di posizioni che rende incerto anche il possibile ruolo del Patto Civico: ininfluente se Nargi e Festa trovano un accordo, decisivo se si dovesse andare alla conta dei numeri in Assise per un ribaltone anti-Festa. L’ultimo scenario, se dovesse fallire la trattativa a oltranza tra Nargi e festiani e se non dovesse concretizzarsi il soccorso rosso, è quello del voto anticipato: se l’Amministrazione cade entro il 24 febbraio, si potrà votare già in primavera, verosimilmente a maggio.