Non ci sono solo due strade per risolvere la crisi al Comune di Avellino: l’atroce dilemma di fronte al quale si trova la sindaca Laura Nargi non riguarda solo la scelta tra i diktat deliranti di Gianluca Festa e le lusinghe del Pd (e quindi di Maurizio Petracca), ma riguarda anche gli stessi elettori, in particolare quelli che al ballottaggio, tra lei e Antonio Gengaro, hanno scelto lei. Se cede all’ex sindaco Festa, ottiene la prosecuzione del mandato sindacale; se cede alle promesse di Petracca, ottiene la stessa sopravvivenza della consiliatura, ma con l’aggravio politico di dover spiegare il ribaltone di maggioranza; se infine decide di accontentare i suoi elettori, perde nell’immediato la fascia tricolore, ma guadagna un posto in pole position alle prossime elezioni Amministrative. In campagna elettorale potrà dire di aver fatto il possibile per mettere in pratica il programma per il quale era stata votata, ma che i festiani glielo hanno impedito, guadagnando all’istante lo scettro di prima donna sindaco eroina della storia politica di Avellino.
LE LUSINGHE DEL PD E LE BATTAGLIE ‘FIDEISTICHE’ DI FESTA
Le lusinghe del Pd riguardano i numeri: facendo la conta dei consiglieri comunali si può arrivare ad una cifra che permetterebbe alla sindaca di portare avanti la consiliatura. Ma non si sa per quanto: di sicuro fino a quando converrà al Pd e non appena i dem avranno la percezione di poter vincere le elezioni la faranno cadere. I diktat di Festa iniziano a diventare confusi: stando al suo ultimo video, diffuso solo poche ore fa, appaiono evanescenti le ragioni di un’azione politica, che ‘politica’ lo appare sempre meno. Parla di battaglie da combattere per difendere gli avellinesi, senza però specificare nulla: né situazioni, né nomi, né cognomi. Forse anche qui vorrebbe un seguito ‘fideista’. Sembra proprio che il piatto della politica avellinese non sia in grado di offrire di meglio: scegliere tra queste due ‘offerte’ ‘politche’ non è un atroce dilemma, è dramma.
LA TERZA POSIZIONE
Le prime due opzioni che evidentemente sta valutando in queste ore la sindaca sono drammatiche, ma non impossibili. Il quadro politico, locale e nazionale, ci ha ormai abituato a questo e ad altro (che poi una ‘giustificazione politica’ da dare in paso alla stampa si trova sempre): la terza posizione, meno comoda e meno facile delle altre, è quella di ridare la parola ai cittadini, e quindi di richiamare al voto chi l’ha già votata al ballottaggio e allargare il campo anche a chi apprezzerà la scelta di non cedere ai ricatti festiani o del Pd. Scelta difficile perché più rischiosa, ma vista in prospettiva è anche più remunerativa dal punto di vista della politica. Della ‘passione’ politica.